Garlands

The Garlands

2012 (Shelflife Records)
jangle-pop
7

Non è certo un segreto che l'indie-pop, come genere, come comunità, come qualsiasi cosa, celebra orgogliosamente e tempestivamente l'immediatezza di sé stesso e lo spirito conservatore delle canzoni "usa e getta" da tre minuti. Capita però a volte che questi colpi di fulmine siano capaci di trasformarsi in grandi amori, irragionevoli e sempiterni. E anche se l'oggetto del tuo amore passa inosservato agli occhi dei più, questo non ne fa certo diminuire la tua passione, ma l'arricchisce di un gradito elemento carbonaro. I Garlands sono uno di questi amori, le cui canzoni converrebbe tenersi strette.

Il quintetto svedese vede alla cabina di regia Christin Wolderth, Einar Ekström, Patrik Lindgren, Maria Grum e Robert Klaesson con il tuttofare Roger Gunnarsson dietro le quinte come songwriter insieme a Christin. I Garlands non sono certo dei geni o degli innovatori, ma possono vantare una capacità melodica fuori dalla media e una sincerità di fondo che non racchiuderà straordinari contenuti ma è sempre e comunque leggera e trascinante.
L'esordio dei Nostri contiene dodici piccoli carillon di jingle-jangle suonati con l'acceleratore in cui si ritrova la Svezia migliore, quella che ama trafficare senza pudore con pop e canzonette, esaltandosi nel guizzo ludico di un'invenzione che non conosce confini formali.

Con sicurezza fondono il proprio stile sul cantato femminile della Wolderth, sul jingle jangle delle chitarre, sulla raffinatezza retrospettiva dei suoni e sull'equilibrio tra freschezza e ricercatezza, pur muovendosi in una totale economia di mezzi. I rimandi agli svariati progetti di Gunnarsson sono piuttosto evidenti (si pensi allo spirito naif di Nixon o dei Free Loan Investemts) ma ora danno l'impressione di aver raggiunto una perfezione sia formale che espressiva quasi sorprendente: nella voce vibrante e dolcissima di Christin Wolderth e nella purezza cristallina e immediata delle melodie che fioriscono oggi più che mai tra molte simili suggestioni di marca scandinava (Starlet, Starflower, The Charade e Cats On Fire, ad esempio).

Canzoni leggiadre, incentrate su un ritornello contagioso e cantabile, tutte delicatamente upbeat come "Chandeliers", "Tell Me", "Things Just Sound So Easy For You", "Open Arms", "Forevermore", portano tutte impresse in modo evidente ed indelebile il marchio di fabbrica di gente come Heavenly/Talulah Gosh, Po!, The Siddelays che per quanto ci riguarda è una vera certificazione di qualità. Canzoni che vivono della loro artigianale perfezione, calde e luminose come un'estate nordica, semplicissime nella confezione ed al contempo curatissime, ironiche e ingenue in egual misura, ma solide di un notevole dinamismo all'interno di ogni pezzo.

Se l'indie-pop comincia a sembrarvi tutto uguale e da qualche giorno siete alla ricerca di una boccata d'aria fresca, ascoltate l'esordio dei Garlands: sulla linea di quel modo "gentile" di fare pop che in Svezia annovera da anni alfieri di tutto rispetto che hanno ormai acquisito la necessaria confidenza con logiche e grammatiche pop di ogni tempo e latitudine.

08/01/2013

Tracklist

  1. Forevermore
  2. Don't Cry
  3. Throw Away This Day
  4. David
  5. Chandeliers
  6. Weakness Is Your Pose
  7. Tell Me
  8. Things Just Sound So Easy For You
  9. Open Arms
  10. Why Did I Trust You?
  11. Why I Don't Say Goodbye
  12. Your Words

Garlands sul web