Sun Araw, M. Geddes Gengras & The Congos

Icon Give Thank

2012 (Rvng Intl.)
psichedelia, dub
7.5

Nel 1977 avveniva un incontro strano, all’interno dei gloriosi Black Ark Studios di Kingston. Il padrino del dub Lee ‘Scratch’ Perry produceva il primo album del duo The Congos, ovvero Cedric Myton e Roy Johnson, affermati vocalist e percussionisti roots-reggae, talmente “alle radici” con la loro musica da regredire simbolicamente nelle mangrovie più rigogliose e inospitali dell’Africa centrale, laddove tutto ebbe inizio. 
Il risultato fu qualcosa di mai sentito prima: una musica liquida, spinta dalle pulsioni dub-elettroniche tipiche del folletto spiritato di Kendal e colorato di passione e piacere dalle voci e dagli intuiti ritmici dei due, continuamente oscillanti tra natura reggae e sentori afro.

La label newyorkese Rvng Intl. doveva avere ancora ben incise nel cuore le sensazioni di esperimenti di questo tipo quando ha partorito, un paio d’anni fa, l’idea di una collana che elevasse a filosofia artistica l’incontro tra la storia e il contemporaneo, tra le menti più fervide di oggi e quelli che in qualche modo sono stati i rispettivi padri spirituali. Non si tratta per una volta di riletture nostalgiche, ossequiose verso i bei tempi che furono, ma di incontri ex-novo tra le due parti, fusioni a metà strada con la genuina curiosità di vedere cosa ne viene fuori.
Sun Araw è il nono protagonista della serie FRKWYS, e per pagare il suo dazio maturato verso l’universo roots (basti sentire dischi come “Heavy Deeds” o il recente “Ancient Romans”) è volato fino in Giamaica dove, insieme al manipolatre Ged Gengras, ha incontrato i due Congos per una serie di jam session in uno studio affacciato su una spiaggia caraibica.

“Icon Give Thank” suona esattamente come suonerebbe un disco di Stallones e Congos nelle vostre teste al primo tentativo di accostare i due nomi: distorto, vivace, assolato più che solare, tanto al punto da stordire e ubriacare.
“Happy Song” lascia intuire subito che aria si respiri in “Icon Give Thank”: un procedimento lento, orizzontale, che segue l’umore del momento – synth schizzati, percussioni, chitarre riverberate, liriche estasiate e positive. In altre parole, psichedelia al suo stato più grezzo. Sun Araw non rinuncia alle sue visioni-ossessioni torride da spiagge radiogene agli ultravioletti, il momento anzi non poteva essere più propizio per spingere più in là le proprie fantasie. “Sunshine” e “Jungle” sono gli episodi limite in questo senso, strizzando un occhio al soul e l’altro alla savana - diffondono un clima ancora più rovente, un abbaglio narcotico e coloratissimo.

Perché è soprattutto di questo che si tratta, un’altra forte allucinazione, come ci ricorda “Thanks And Praise”, che riporta dolcemente ad uno stato di quasi-realtà con un gospel accorato che è anche il commiato del disco.
La sensazione che lascia “Icon Give Thank” è in primo luogo l’impossibilità di definire che cosa si sia ascoltato esattamente; l’impressione è che, nonostante le qualità tutte ben distinguibili della vecchia e della nuova guardia, il risultato finale sia qualcosa di altro, ancora tutto da indagare e godere, vagamente riportabile alla voce “psichedelia” nella sua accezione concettuale prima ancora che musicale. Ennesima conferma delle possibilità pressoché infinite che possono ancora scaturire da quella vecchia bestia chiamata contaminazione.
In allegato al Cd, il Dvd “Icon Eye” con il making-of del progetto.

26/09/2012

Tracklist

  1. New Binghi
  2. Happy Song
  3. Food, Clothing And Shelter
  4. Sunshine
  5. Jungle
  6. Invocation
  7. Thanks And Praise

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