Anche un tipo rilassato e alienato come Kurt Vile pare aver introiettato le regole basilari del mercato musicale odierno: pubblicare senza sosta, tenere coccolati e avidi i propri fan con edizioni deluxe il più feticiste possibili – così magari regaleranno il vecchio, banale Cd a un nuovo possibile fan per comprarsi il cofanetto con qualche canzone e gadget in più.
Con “It’s A Big World Out There” Kurt prende i classici due piccioni e aggiunge qualche altra pennellata annacquata e brillante al suo grande disegno americano (solo un paio le tracce nuove, “The Ghost Of Freddie Roach” e “Feel My Pain”, oltre agli immancabili reprise), trastullandosi nuovamente con il fantasma di Elliott Smith e dei Seventies, senza neanche disturbarsi ad aggiungere un testo alle sue molli peregrinazioni.
Unica eccezione è “Feel My Pain”, brano che, se non suona come uno scarto delle registrazioni, non aggiunge neanche granché a “Pretty Daze”, sfruttandone l’allure scazzata e prendendo a piene mani da soluzioni già utilizzate ampiamente nell’album lungo.
Ma, si sa, sotto l’albero di Natale hipster un Kurt Vile non può mancare…
01/11/2013