Le vie del pop-rock sono infinite: combinando una varietà di elementi con quel mix di ritmo e melodia che ha riempito le classifiche americane ed europee nei tardi 70 e 80 si può quasi sempre ottenere un suono di sicuro fascino e appeal. Gli Australiani Boy & Bear denunciano senza timore le loro influenze nell’attitudine folk dell’indie-pop e nella coralità armonica del chamber-pop, ampliando così i confini della nuova ondata di band folk-rock anglo-americane.
La voce di Dave Hosking è il fulcro intorno al quale chitarre elettroacustiche sfilacciano armonie dai toni spensierati, i ritmi si agitano imponenti e fastosi e piano e basso recitano il prevedibile ruolo di abbellimento, ora armonico, ora ritmico. Non turba che tutto suoni derivativo e già sentito: Fleet Foxes, Mumford And Sons, Coldplay e Midlake sono i nomi che senza alcuno sforzo vi verranno in mente durante l’ascolto di “Harlequin Dream”, ma raramente scorgerete la stessa intensità nelle undici canzoni dell’album.
Sia ben chiaro che nel nuovo album dei Boy & Bear non c’è nulla di disdicevole o noioso che possa indispettire e non far nascere qualche timido sorriso d’approvazione, ma Hosking e compagni restano ancorati a quelle sonorità radio-friendly che se catturate da iTunes o una radio possono incuriosire e far gridare a un piccolo miracolo pop, ma che nell’insieme restano amabilmente inoffensive e poco originali.
Le tentazioni da rock-stadium della title track “Harlequin Dream” e l’eccessivo tasso di mainstream di “Bridges” non convincono, d’altro canto “Back Down The Black” e la delicata “A Moment's Grace” offrono più di una piacevole e fugace sensazione.
Il romanticismo naif di ”Southern Sun“, il beat Sixties di “Three Headed Woman” e il folk retrò di “Real Estate” sono un intelligente campionario di semplici vibrazioni pop, ma è il fascino sbarazzino di “Old Town Blues” l’unico momento di vero divertimento di questo progetto.
La musica dei Boy & Bear è diventata più matura rispetto al loro esordio “Moonfire”, ma non ha solide basi su cui edificare un futuro più roseo e ricco di quanto possano offrire con “Harlequin Dream”. Le ragioni che potranno spingervi a innamorarvi della loro musica sono le stesse che vi convinceranno a trovare in altre produzioni quello che il gruppo promette, senza però entusiasmare e convincere.
09/04/2014