I Fight Dragons

The Near Future

2014 (Self-released)
chiptune, pop-rock, nintendo-core

Sul sito ufficiale della band si può notare che la barra di progresso di “Project Atma” è finalmente riempita e lo stage è orgogliosamente impostato su “complete”. È stata una gestazione lunga, ma non vuota di soddisfazioni, quella dell’ultima fatica degli I Fight Dragons. Il tutto iniziò nel 2013 con l’annuncio di “Cyborg Liberation Companion Ep” in uscita entro fine anno, un mini-album che ben presto si è trasformato in qualcosa di molto diverso a seguito di un paio di eventi: dapprima la decisione di espanderlo in un long-playing, poi il lancio sulla piattaforma di crowdfunding Kickstarter.
L’obiettivo era di ventimila dollari, una cifra alta ma plausibile per un gruppo che su Facebook ha cinquantamila fan. Al termine della campagna, però, accadde l’impossibile: in appena un mese venne raccolta quasi sei volte la cifra richiesta. L’incredibile risultato permise alla band di dedicarsi tranquillamente al lavoro e sperimentare senza fretta. Il disco aveva quindi la possibilità (e forse anche il dovere morale) di crescere ancora e la release entro l’anno, che adesso non può che stare stretta, viene rimandata una prima volta ad inizio 2014 e infine a dicembre dello stesso anno. Si arriva così ai giorni nostri, più precisamente al 9 dicembre, data in cui l’album può finalmente vedere la luce, per somma gioia del gruppo e dei suoi backer.

“The Near Future” offre tutte le caratteristiche tipiche del quartetto, ma queste sono ancora più marcate. Il disco è allo stesso tempo più epico e più pop, più nerd e più rock. In particolare gli strumenti tradizionali trovano uno spazio maggiore (forse anche a causa dell’uscita dal gruppo del fondatore Bill Prokopow), senza ovviamente abbandonare i suoni 8-bit che rimangono i veri protagonisti. Si è solo trovato un equilibrio più stabile tra le due forme.
Due terzi di scaletta sono dominati dall’omonima suite, che è anche la parte più sperimentale dell’opera: “The Near Future” è una sintesi di tutto quello che sono gli I Fight Dragons, con in aggiunta una vera e propria storia ispirata a quella dei videogame. Tutti i cliché propri del genere sono ripresi e inseriti nella canzone, accompagnati da musiche che ora come non mai rievocano le colonne sonore dei videogiochi a cavallo tra anni 80 e 90, tanto è vero che i pezzi cantati sono appena quattro, quindi la narrazione non può che essere portata avanti dal suono e dalle tracce-cuscinetto. In realtà, è una sceneggiatura molto semplice, un tributo che ripercorre i momenti salienti di tali giochi (anche se il fumettoso lyric-video, fin troppo saturo di testo, dona tutto un altro spessore alla trama). Tanto basta però per dare l’impressione di avere davanti un vero gioco di ruolo, di star giocando a Final Fantasy o a Pokémon.

Si parte con “Interlude” ed “Eighteen”: la prima, un motivetto tranquillo suonato esclusivamente da chip sonori, ci guida al preambolo della storia, mentre la seconda è la presentazione del personaggio, nonché un racconto di come si vede la vita a diciott’anni. “Battle” è lo scontro improvviso, quello che il protagonista non capisce né tanto meno si aspetta. Una vera e propria battaglia tra strumenti - che attraverso arpeggi e piccoli assoli ricreano momenti di calma, di carica e di attacco - la quale non può che concludersi con un jingle trionfale. Alla lotta non può che seguire l’innamoramento: in fondo l’amore è stato da sempre un punto cardine dei loro testi, e in fin dei conti che videogioco sarebbe senza una principessa da salvare?
Al colpo di fulmine di “Another Week” succedono due brevi brani chiptune strumentali, atti a descrivere il timido incontro (“Meeting”) e l’immancabile salvataggio (“Rescue”). Con il ritmo pop-metal di “Time to Fly” arriva la presa di coscienza della propria forza, il momento di spiccare il volo; le ultime due strumentali conducono al tragico finale (“Requiem”) e al ritorno a casa (“Return”). Come nei videogame, c’è comunque lo spazio per migliorarsi dopo il finale, come nella vita c’è sempre un ostacolo di fronte al quale non arrendersi, e a questi ostacoli il gruppo risponde con il mantra di “Fighting On”.

Finito il lungo racconto, si passa alle cinque tracce del lato B, le quali più delle precedenti ricordano in pieno diversi brani di “KABOOM!”. Queste ultime sono canzoni dai ritornelli facili che, grazie alla loro immediatezza, non possono evitare di entrare in testa al primo ascolto e sulle quali svettano “No Strings” (che ricorda “The Geeks Will Inherit The Earth”) e “Pretend”, entrambe perfette come futuri singoli. È presente anche la classica dedica d’amore alla propria città, Chicago, in un pezzo che per scelta si allinea allo stile degli innumerevoli brani del genere che l’hanno preceduta e per questo fa del carico nostalgico la sua forza.
La scaletta si chiude con “Jimmy And Sally”, una seconda breve suite formata da sei piccole parti che sotto il leit-motiv di “What if living just hasn’t happened yet?” narra il prologo di una storia d’amore, ciò che succede prima dell’incontro, prima della salvezza. Ed eccolo qua il near-future, o meglio la sua attesa: la chiusura perfetta e la quadratura del cerchio.

“The Near Future”, nonostante il titolo, è un album nostalgico che più del prossimo futuro sembra voler riportare in vita il recente passato. D’altronde si ispira profondamente a opere che ormai hanno fatto il loro corso e sono entrate ampiamente nell’immaginario comune. I videogiochi in questione non rappresentano semplicemente loro stessi, ma anzi si fanno portavoce di un’epoca ormai appartenente alla memoria.
L’opera è praticamente perfetta, sia nella forma che nelle musiche. Presenta tutto quello che ci si aspetta da questa band, ma lo fa meglio di quanto non l’avessero fatto i lavori precedenti. Se proprio si dovesse cercare il pelo nell’uovo, verrebbe da chiedersi quanto ne avrebbe giovato se il progetto fosse stato un concept a tutto tondo, se fosse stato il loro “Tommy”. Chissà, per ora ci si dovrà accontentare di quello che in ogni caso è il disco più riuscito dei quattro chicagoani.

20/12/2014

Tracklist

Lato A

  1. The Near Future I. Prelude
  2. The Near Future II. Eighteen
  3. The Near Future III. Battle
  4. The Near Future IV. Another Week
  5. The Near Future V. Meeting
  6. The Near Future VI. Rescue
  7. The Near Future VII. Time To Fly
  8. The Near Future VIII. Requiem
  9. The Near Future IX. Return
  10. The Near Future X. Fighting On

Lato B

  1. No Strings
  2. Pretend
  3. Chicago
  4. Always
  5. Jimmy And Sally

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