Jesus Franco & The Drogas

Alien Peyote

2014 (Bloody Sound Fucktory)
garage-rock

Dopo l’ancora breve “Get Rich Or Die Tryin’” (2008) e il valido esperimento di super-supergruppo di “Jesus Tango & The Satan Drogas” (2010), i Jesus Franco pervengono finalmente - e dopo uno iato che quasi li porta allo scioglimento - all’opera maggiore: “Alien Peyote”.

Il duetto a valanga di feedback mostruosi e distorsioni fantasmagoriche della prima parte di “Alien Luftwaffe” è un colpo gobbo che apre il disco sotto i migliori auspici. La loro arte sta nel filtrare un maestro d’epoca secondo i suoi seguaci dei decenni successivi, e poi a loro volta rifiltrarli per la generazione digitale. La seconda “Alien Luftwaffe” e l’ancor più olografica “Call To Arms” (ma con una coda strumentale lanciata a missile) dopano riferimenti al garage-rock dei primi anni 60 di hardcore Black Flag. “El Coyote” riprende le sceneggiate di Screamin' Jay Hawkins coniugandole con l’horror-punk dei Misfits. “Be-Bop-A-Loser” e la jam di licantropi di “Mezcal”, con tanto di assolo alla Greg Ginn, combinano alla perfezione il sadismo strepitato degli Stooges con le cadenze irregolari dei Minutemen. Il voodoobilly di “Helleluja” e la quasi-metal “Young Men’s Guru” sottolineano il naturale legame tra Bo Diddley e Captain Beefheart.

Queste furenti imitazioni talvolta inglobano dei passaggi strumentali in progressione che un po’ peccano di presunzione (e quindi suonano più deboli del resto): il combo è fatto di replicanti rock’n’roll, non di compositori.
Una nobilitante compensazione viene comunque con “Chief Doonga”, blues ferroviario di maniacale intensità in stile Chrome. Già ben al di fuori delle iconoclaste decalcomanie che costituiscono il grosso dell’album, anche per durata (8 minuti), è un brano che ospita stilettate di chitarra wave eternamente supportate da un battito in trance che piacerebbe agli Shit And Shine. E’ il loro brano più musicale in assoluto; in poche parole, la loro “Sister Ray”.

Quello che nei lavori precedenti era poco più che scherzo ora è drammatico impegno di stile ed estetica, una reazione di laboratorio altamente controllata che impiega ricostruzione del passato, sfregio isterico, adrenalina e viscere. Ma non è un caso di asetticità programmatica: su tutto brilla una furibonda, granitica effervescenza, esalata dal nuovo chitarrista Alessandro Fiordelmondo e confezionata dalla produzione di David Lenci.

08/01/2015

Tracklist

  1. Alien Luftwaffe (part 1)
  2. Alien Luftwaffe (part 2)
  3. El Coyote
  4. Call To Arms (For Psychedelic Punks And Hopeless Dudes)
  5. Be-Bop-A-Loser
  6. Helleluja
  7. Mezcal
  8. Chief Doonga
  9. Young Men’s Guru

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