"A Fistful Of Desert Blues" ripropone la collaborazione tra Lydia Lunch e Cypress Grove (Tony Chmelik), musicista britannico al fianco di Jeffrey Lee Pierce a cavallo tra fine Ottanta e inizio Novanta. Una partnership nata nel 2006 proprio per omaggiare il lavoro dell'indimenticato leader dei Gun Club, allorquando Chmelik radunò un cast stellare (Nick Cave, Debbie Harry, Iggy Pop e molti altri, tra cui appunto la Lunch) per il suo "Jeffrey Lee Pierce Session Project", con il quale si è dedicato a un lavoro di ri-registrazione e "sviluppo" di alcuni frammenti musicali incisi tempo addietro con lo stesso Pierce.
Il JLPSP ha prodotto due brani con Lydia alla voce, gli ottimi "St Marks Place" (presente anche in questo lavoro) e "My Cadillac"; il riuscito connubio tra l'ugola ruvida della cantante newyorkese e la chitarra appassionata di Chmelik torna ora per dar vita ad undici nuove composizioni.
Se a livello musicale il background si fonda sul blues sofferto e irrequieto di Pierce, a livello tematico il "deserto" dove prendono vita le poesie del duo si sviluppa dall'altra parte dell'atlantico: è infatti la regione spagnola dell'Almeria, teatro delle riprese di innumerevoli western, il luogo che ispira il tutto; una fascinazione per la penisola iberica non casuale, dato che Lydia si è trasferita a Barcellona da una decina di anni. Un suggestivo scenario che compare anche visivamente, grazie alle riprese della regista Elise Passavant, nei video presenti nel Dvd allegato a una delle special edition con cui viene distribuito l'album.
I brani di "A Fistful..." sono sorretti da un'impalcatura che vede protagonisti la voce graffiante della Lunch e la chitarra di Chmelik, ma non mancano parentesi rarefatte a cui affidare i passaggi più intensi, "pause" che portano alla mente i primi piani di Sergio Leone e la tensione prodotta di suoi volti imperscrutabili. Il blues di Lydia e Cypress Grove prende forme molteplici: ballad lunari (l'amore born-to-lose narrato in "When You're Better), folk desertico ("Devil Winds", "Revolver", "Beautiful Liar"), arriva a costruire una piccola epopea western-crepuscolare ("I'll Be Damned", "Jericho).
Il finale è riservato ai brani più "movimentati", ove più che mai risuona la passione dell'ispiratore Jeffrey Lee Pierce: pezzi come "Tuscaloosa" o "End Of My Rope" faranno la gioia dei nostalgici del Gun Club-sound.
Se l'obiettivo era quello di rappresentare il feeling cupo e mistico dei grandi spazi del deserto, ennesima metafora dell'animo umano e del suo perenne vagabondare, il duo ci è riuscito in pieno: complimenti dunque all'eclettica Lydia e all'efficace chitarra di Chmelik, veri e propri musicisti "espressionisti" le cui forti tempre ci restituiscono un deserto colorato di vita e inquietudine.
09/06/2014