Incontratisi quasi per caso in quel di Bruxelles e attivi da inizio decennio, i due sono autori di una miscela a cavallo fra sound art elettroacustica euro-nipponica e i droni sotto zero di Netherworld e delle produzioni Glacial Movements. A contraddistinguerli ulteriormente è un approccio al tempo stesso organico e generativo (per rimanere in Italia, impossibile non citare i Triac come modello ipotetico), tradotto in soundscape elaborati con chitarre e synth in dialogo con flussi digitali autonomi e field recordings.
In questo “Demography Of Data”, introdotto da una splendida copertina acquarellata, l'arte dei Tropic Of Coldness raggiunge al momento giusto una completezza e una maturità stilistica solo accennata nei pochi e sporadici precedenti. Sei brani in cui il realismo vivido e fotografico di samples e sussurri naturali è terreno fertile per la genesi di impressioni, attimi interiori che i sintetizzatori e (soprattutto) la chitarra trasmettono in maniera diretta e squisita. Una formula che trova nella dolce e nebbiosa malinconia di “Brain Drain, Curly Girl” forse la sua dimostrazione più eloquente ed immediata.
Più criptica ed ermetica, l'iniziale “Circles In An Empty Square” tiene invece insieme le due anime dell'album: quella più umana e sentimentale e quella più strettamente razionale e riflessiva, sfogata in toto nei dieci minuti di minimalismo pensante di “The Distressing Dilemma Of Rational Choices”. Dura altrettanto ma è orientata in verso opposto “Handover Letter”, vetta isolazionista del lavoro che congiunge la serena e macchinale contemplazione della title track e il notturno di “Our Breath, Away”. Qui si chiude, nella solitudine più totale, un lavoro breve ma dir poco squisito. Firmato da una nuova certezza dell'ambient music italiana.
(27/02/2015)