Roberts, però, già da diverso tempo stava dedicando alla ricerca di nuove forme technoidi, lasciandosi sedurre dalla tentazione dei synth modulari con cui tentare nuove strade per le sue uscite. È con la sua label Ternesc che il britannico pubblica nel 2016 l'Ep "Communicat 1022" e l'anno dopo "Nutrition". Già da queste due uscite si intercetta il tracciato su cui Blawan ha deciso di muoversi: siamo ancora sui territori della techno, ma il paesaggio si fa sempre più frammentato e caduco, la potenza si fa implosiva e scomposta. Una carica angosciosa come nelle acide frequenze di "Rubber Industry" o nei vagiti robotici di "Calcium Red". Arriviamo al 2018 e con Blawan ormai pronto per il grande salto, si dà alle stampe "Wet Will Always Dry", primo Lp del producer inglese.
I toni sono quanto mai opprimenti e le martellate diventano sempre più spietate. L'album batte i primi colpi con "Klade", una discesa agghiacciante verso un inferno elettrico che ci conduce verso la torbida asfissia di "Careless", dove tra secchi fruscii si fa strada l'eco di una nenia disperata. Il kick si fa più penetrante con i graffi ad alta tensione di "Tasser", che scalda i bassi prima della furia torbida di "Vented".
La forza d'impeto procede senza sosta, facendosi sempre più ombrosa e turbante. "North" procede come una marea di angoscia a corrente alternata, prima dell'estraniante catarsi di "Stell" che con un pattern strozzato libera gli ultimi lampi di voce umana in estinzione. Il basso glaciale di "Kalosi" ci porta in un incubo post-nucleare che si sintetizza verso il trip asettico della conclusiva "Nims".
La forza d'impeto procede senza sosta, facendosi sempre più ombrosa e turbante. "North" procede come una marea di angoscia a corrente alternata, prima dell'estraniante catarsi di "Stell" che con un pattern strozzato libera gli ultimi lampi di voce umana in estinzione. Il basso glaciale di "Kalosi" ci porta in un incubo post-nucleare che si sintetizza verso il trip asettico della conclusiva "Nims".
Con "Wet Will Always Dry" Blawan gioca le sue migliori carte, sprigionando una violenza cruda e devastante che lo lancia nell'élite dei più feroci artiglieri techno contemporanei. Un esordio che vince e convince.
(20/04/2019)