Robyn

Honey

2018 (Konichiwa/Interscope)
electro-pop, house-pop

Il culto attorno a Robyn ha un che di speciale. Per capirlo basta guardare il filmato allegato a "Missing U" che trovate qui a fianco, un mini-documentario nel quale viene raccontata la storia di un gruppo di fan di New York che organizzano serate a tema per ballare e sfogarsi sulla sua musica. Inevitabile prima o poi un'emozionatissima visita da parte della Stessa, probabilmente la devozione dimostratale deve averla scossa al punto da rilasciare finalmente questo "Honey" dopo ben sette lunghi anni dall'ultimo album ufficiale.
Anche senza bisogno di essere fan oltranzisti, è facile capire come mai Robyn stia simpatica praticamente a tutti; se da un lato non mancano mai le produzioni laccate, i richiami agli anni 80 e i ritornelli electro-pop a prova di bomba catalogabili sotto la dicitura di guilty pleasure, dall'altro si staglia con orgoglio il profilo di una vivace 39enne opportunamente slegata dalle dritte di un dipartimento discografico di A&R (Konichiwa è la sua etichetta personale). Robyn non ha bisogno di farsi dire cosa fare, primo perché si è guadagnata la propria indipendenza, ma soprattutto perché già incarna di suo lo spirito del Pop nella maniera più schietta possibile, e il modo in cui lo comunica arriva diretto come l'abbraccio di un'amica.

"Honey" giunge a seguito della fine di una relazione sentimentale e della scomparsa del suo caro amico e collaboratore Christian Falk, due fattori che spingono la scrittura verso lidi più quieti e introspettivi, producendo il suo lavoro più interlocutorio fin'ora pubblicato (se si esclude la bellissima collaborazione con gli amici Royksopp di "Do It Again").
Se i due singoli "Missing U" e "Honey" sfrigolano con piacere tutto radiofonico su terse basi electro-pop, andando a richiamare gli episodi dell'era di "Body Talk", il resto del lavoro spesso si muove su basi minimali e guarda verso certa house anni 90. "Between The Lines" è quasi un esperimento di micro-house con l'aggiunta di un piano elettrico dal tocco soulful alla Romanthony. Molto efficaci pure i lascivi archi lounge di "Beach2k20", che incorniciano uno dei pezzi più decostruiti ma affascinanti del lotto. Menzione di riguardo per il morbidissimo paesaggio da aurora boreale di "Baby Forgive Me", miracolosamente in bilico su gassose eruzioni di synth.

Nonostante la breve durata, a momenti "Honey" suona come se fosse stato un po' troppo diluito e questo ne smorza i toni complessivi (l'esperimento di "Send To Robin Immediately" in combutta con l'amico e collaboratore di vecchia data Kindness, quella "Because It's The Music" che suona come la decostruzione di un pezzo di Kylie Minogue, una "Human Being" salvata giusto dall'uso di un paio di ficcanti sample, o la fin troppo sommessa chiusura di "Ever Again").
Anni fa in Uk girava il termine "boutique pop" per catalogare artisti come lei, ed è una definizione che ancora suona calzante. Certo, a dirla tutta ci sarebbe il potenziale per spingersi oltre: se su formato-singolo Robyn rimane semplicemente imbattibile, dal lato del long playing ancora manca un suo lavoro davvero definitivo. C'è comunque un'energia fresca e vitale che assicura a Robyn un futuro tutt'altro che incerto o prossimo al declino, il solo sentire il suo nome porterà un istintivo sorriso di complicità sulle nostre labbra anche tra 20 anni.

08/11/2018

Tracklist

  1. Missing U
  2. Human Being feat. Zhala
  3. Because It's In The Music
  4. Baby Forgive Me
  5. Send To Robin Immediately
  6. Honey
  7. Between The Lines
  8. Beach2k20
  9. Ever Again


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