La familiarità dei suoni, delle progressioni d’accordi delizierà i fan della band (l’incedere alla “Neil Jung” di “Egersound”, l’incipit ancora da “Grand Prix” di “Bubble”, col suo ritornello invece alla “Rumours”). Sul piano della scrittura si fatica a rompere il muro della gradevolezza, con arrangiamenti dolcemente Murdoch-iani come quello di “Tiny Dots”.
Rimane comunque un prodotto che deriva da grande cura e rispetto e si colloca in pieno nella grande tradizione scandinava, in particolare in campo pop.
(25/03/2019)