Turia

Degen Van Licht

2020 (Eisenwald)
black metal

Anche questo primo scorcio del 2020 non sta deludendo per alcun motivo gli appassionati di black metal, e in particolare chi segue le tante nuove uscite a livello underground: se i dischi dei vari Greve, di Sivyj Yar o dei Regarde Les Hommes Tomber hanno già lasciato il segno, oggi è il turno di "Degen Van Licht", terzo ottimo album per questo trio olandese formatosi nell'inverno del 2014.
La peculiarità dei Turia è legata alla presenza di una vocalist (che si fa chiamare semplicemente T), un caso abbastanza raro all'interno di un genere quasi esclusivamente declinato al maschile. Parliamo comunque di scream vocals, di gelide urla disumanizzate che dunque esulano da una lampante divisione uomo/donna. Al di là di questo, T (come altre sue colleghe, pensiamo agli esordi di Myrkur o a Yvonne, voce dei Darkened Nocturn Slaughtercult) non sfigura affatto al cospetto dei tanti maschietti invischiati nel mondo del metallo nero.

"Degen Van Licht" è un lavoro molto freddo e minimale, in alcuni frangenti talmente sporco e grezzo che potremmo quasi accostarlo alla putrida corrente raw black metal. Un pezzo come "Storm" (il video è stato lanciato alcune settimane fa) testimonia quanto detto, un tributo ben riuscito alle origini più underground del BM: gli ingredienti infatti ci sono tutti, comprese quelle immagini del videoclip prese in prestito da alcune riprese effettuate sul Monte Everest risalenti al 1924. I Turia congelano l'ascoltatore, lo lasciano in balìa di una tempesta di neve, traducendo ogni nota con un principio di ipotermia. Ma "Storm" non è solo questo, perché il break centrale ha un afflato epico che non si dimentica, un cambio di tempo che irrompe all'improvviso spaccando letteralmente in due il brano.

In apparenza "Degen Van Licht" sembra un disco quadrato e monolitico, in realtà però la diversificazione all'interno delle varie tracce è una costante piuttosto importante, nella quale bisogna includere persino una serie di riflessi psichedelici altamente destabilizzanti, che puntualmente irrompono nel cuore delle varie composizioni. A tal proposito "Met Sterven Beboet" è a dir poco debordante, così come la successiva title track, un midtempo che comunica un senso di desolazione e spaesamento di rara potenza. Citazione a parte merita la conclusiva "Ossifrage", dodici minuti abbondanti che riassumono alla perfezione il mood del lavoro, un crescendo che si agita disperatamente nel ghiaccio di una solitudine inestirpabile.

I Turia stavolta hanno fatto centro, perché partendo di base da un sound tutt'altro che originale, sono riusciti a generare delle atmosfere assolutamente personali, stranianti, a tratti devastanti. Questo album ti leva l'ossigeno, è proprio il caso di dirlo: black metal di altissima qualità.

04/03/2020