Orchestre Tout Puissant Marcel Duchamp - We're OK. But We're Lost Anyway

2021 (Bongo Joe)
avant-jazz, post-minimalism, freak-punk

Il collettivo nato a Ginevra nel 2006 ad opera del contrabbassista Vincent Bertholet continua, senza indecisioni o compromessi, a tenere alto il vessillo dell'avanguardia europea. La voluta mancanza di una linea guida, che non sia l'approccio freak-punk originario, fa sì che il melange di free flow jazz, afro-rhythm, folk celtico, bossa nova, indie-pop, musica balcanica, elettronica e neoclassica si modelli con strutture avant-jazz insolite e originali. La proposta della Orchestre Tout Puissant Marcel Duchamp non è un mero esercizio intellettuale, ma una tumultuosa e trascinante sperimentazione sonora dalle molteplici sfumature: archi, ottoni, percussioni, strumenti acustici ed elettronici saccheggiano il grande immaginario musicale, creando surreali collage, a volte perfino intercambiabili.

Ira e dileggio caratterizzano i testi, la musica è al pari pulsante, viva, ricca di interazioni con un potenziale pubblico partecipativo e non supino. L'idea stessa di collettivo coinvolge tutti gli aspetti della musica della formazione svizzera.
"We're OK. But We're Lost Anyway" non sfugge alle collaudate ipnotiche e minimali armonie della band, che si dipanano come onde sonore al seguito di misticismo sufi ("Be Patient"), di ariose sonorità tzigane che intercettano la musica afro ("Flux") o di inattesi pattern ritmici quasi disco che elevano il tasso di trance psichedelica e tribale del progetto ("Beginning").

È un disco da assaporare nel suo complesso, il nuovo progetto della Orchestre Tout Puissant Marcel Duchamp, la sequenza ha un che di rituale, d'orgiastico. È come un mantra inquieto e seducente che intercetta dissonanze e toni modali jazz per una fusione di tropicalia e rock minimale ("Empty Skies"), che dialoga con la sensualità della musica afro-beat estraendone groove insidiosi ("So Many Things (To Feel Guilty About)"), e crea insolenti e bislacche orchestrazioni a tempo di marimba, no wave e funk-punk ("We Can Can We").

In verità, "We're OK. But We're Lost Anyway" è un disco del quale è difficile cogliere l'essenza, a tratti sfuggente al punto da costringere l'ascoltatore a continui e piacevoli riascolti, che svelano ulteriori motivi di compiacimento e plauso. La seducente "Blabber", ad esempio, è una di quelle intuizioni che al primo ascolto sembra fuori tema, per poi erirgersi a perfetta sintesi di quella visione globale che anima la band, il cui fine ultimo è quello di invalidare il concetto di contaminazione per un'unica grande e corale sinfonia post-moderna, carezzata da una misteriosa e prorompente bellezza, che nonostante la notevole tessitura sonora, suona spontanea e sfolgorante.

19/12/2021

Tracklist

  1. Be Patient
  2. Empty Skies
  3. So Many Things (To Feel Guilty About)
  4. Blabber
  5. We Can Can We
  6. Flux
  7. Connected
  8. Beginning
  9. Silent




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