Ludovico Einaudi sta vivendo un periodo di creatività straordinaria. Negli ultimi anni ha pubblicato moltissimi lavori inediti e il suo recente contributo alle colonne sonore di "Father" e del pluripremiato "Nomadland" ha riscosso un consenso di pubblico trasversale. Durante il lockdown ha beneficiato di questa ritrovata energia per focalizzarsi verso nuovi progetti e per portare a termine la stesura del suo nuovo album "Underwater". A quanto affermato dal maestro, infatti, il silenzio e l'isolamento imposti dalla pandemia hanno influito in maniera positiva sulla sua arte, aiutandolo a convogliare le energie in maniera costante verso il processo compositivo. Effettivamente la mole di materiale raccolto sarebbe stata sufficiente per pubblicare diversi dischi, ma Einaudi ha deciso di selezionare solo dodici brani, accomunati da un suono fortemente melodico e da una partitura essenziale, registrandoli nello studio installato a Dogliani, nelle Langhe.
I titoli delle tracce richiamano elementi concreti o sensazioni ben definite e aiutano a visualizzare le emozioni che l'autore intende evocare. "Luminous", che ha anticipato l'uscita del disco, è piacevole e rilassante con poche alterazioni ed è pervasa da quelle atmosfere dolci e romantiche che hanno reso celebre nel mondo il maestro piemontese. Le undici tracce successive si differenziano per ritmica e dinamismo ma sono tutte aggraziate e contraddistinte da una struttura lineare e da molte scale diatoniche.
"Rolling Like A Ball", con il suo ordinato alternarsi di sezioni, fa pensare a una promessa di primavera, a qualcosa che sta nascendo, che si sta sviluppando. In un ideale viaggio attraverso la stagione del risveglio, si immagina il susseguirsi di colori nei prati fioriti in "Flora", mentre i ritmi più pacati e riflessivi di "Natural Lights" ci ricordano quanto sia rilassante trascorrere certe giornate a oziare in un luogo a stretto contatto con la natura.
Siamo alle porte dell'estate in "Almost June", un brano ricco di sentimento e dal ritmo fluido e scorrevole. Più inquieti e drammatici sono i toni in "Wind Song", ma le successive "Temple White" e "Nobody Knows", così come anche la title track, riportano l'ascoltatore a una dimensione di serenità e placida tranquillità.
"Underwater" si fa apprezzare anche per l'ottimo lavoro di produzione: la timbrica e l'acustica sono estremamente curate. Si tratta del primo album per solo piano che il musicista di Torino presenta dopo vent'anni dal fortunato "I giorni" e ne conferma la ritrovata freschezza compositiva.
In perenne equilibrio fra la volontà di trasmettere emozioni attraverso la tastiera e quella di non tradire la sua impronta crossover, raramente Einaudi ricorre a virtuosismi, ad arpeggi sofisticati o anche semplicemente a frasi avventurose. Riesce però sempre a restare piacevole all'ascolto e aggiunge un nuovo, importante tassello alla sua già ricca produzione.
22/02/2022