Juni Habel

Carvings

2023 (Basin Rock) | songwriter, alt-folk

Una voce, una chitarra e pochi strumenti di contorno: Juni Habel non ha bisogno di altro per lasciar fluire limpida la sua arte, prendere la via di canzoni che pronunciano parole di un'intimità disarmante, profonda quanto l'eterno rincorrersi di vita e morte. D'altronde ben poche forme espressive sanno addentrarsi così in profondità nei misteri dell'esistenza con la medesima forza del cantautorato folk. Alla volta del suo secondo album l'autrice norvegese dimostra la validità di tale considerazione in una snella, quanto densissima collezione di canzoni, un bouquet di intagli che ne testimoniano l'ampiezza di sguardo nonché la forte comunione con l'intangibile. Nel chiuso di una dimensione domestica felicemente inquadrata sin dalla copertina, la musicista connette il concreto all'ineffabile.

Con un tocco che collega il jazz alla psichedelia, innervando di una sottile e mai calligrafica classicità la penna dell'autrice, “Carvings” è album dei contatti e dei ricordi, dei lutti e dei desideri, elaborati senza alcuna concessione al gotico, con la chiarezza e il rigore di chi sa perfettamente come declinare ogni accento emotivo, ogni singolo frammento di memoria. Da sola, sdoppiata (con un modo di armonizzare che a tratti ricorda le dolci vertigini di Linda Perhacs)  o accompagnata dalla voce del marito, Habel si muove tra brio e indolenza, ricama melodie attraverso cui elaborare le proprie perdite, immersa in un ambiente rurale che funge da simbolo e cornice allo stesso tempo. Ricorre spesso la figura della sorella, morta adolescente in un incidente stradale: in “Valiant” l'evocazione gioca col silenzio, corde grevi, meditabonde a sottolineare una presenza che non è mai svanita del tutto, capace di farsi bacio, carezza. La memoria si fa altare, culla per il pensiero: in “I Carry You, My Love” il tocco di chitarra non potrebbe essere più spartano, a esaltare tutta la forza del canto, in “Chicory” invece opera di contrasto, una giocosità addirittura pop a sprigionare tutta la bellezza di un infanzia persa per sempre.

Non tutto chiaramente invita ad abbandonarsi al ricordo, e la fascinosa ambience, tutta vento e foglie di “Rhythm Of The Tides” interviene sin dall'inizio a rammentarlo. Oltre alla pensosità e al cordoglio Habel sa farsi lieve, agile come nel rapido arpeggiare di “Little Twirl”, ma anche vivere nel calore del risveglio, essere cosciente della propria dimensione (“When We Awake” e il suo espansivo arrangiamento da camera). In questo spostarsi tra l'ora e l'altrove, tra la storia e il suo futuro, Juni Habel conferma la sua levatura di autrice attenta e coraggiosa, intercettando nuovamente scaglie di autentica magia. C'è grande meraviglia, anche nei momenti più bui.

(03/02/2023)

  • Tracklist
  1. Rhythm Of The Tides
  2. I Went Out And Sought For Your Name
  3. Little Twirl
  4. Valiant
  5. When We Awake
  6. Chicory
  7. Drifting Pounds Of The TrainI Carry You, My Love
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