Kinoteki

Dawn Of The Final Hour

2023 (Tabula Rasa)
footwork, jungle, breakcore

Avere a disposizione uno strumento che ti consente di ripercorrere l'intera storia dell'elettronica, quando non della musica tutta, è un privilegio che non sarà mai commentato abbastanza. Disporre però dell'attenzione e della sensibilità per trarre le parti che più possono interessare e ricombinarle con opportuna personalità ed entusiasmo è tutta un'altra bestia. Negli ultimi anni è però questa l'attitudine che ha portato una generazione di giovani e giovanissimi talenti alla ribalta della Rete: Naked Flames, Kaizo Slumber, Chance De La Soul e così via. Non cercate di inserirli all'interno di gabbie preimpostate, di attribuire loro un genere e vederli muoversi in quei confini. Guizzeranno via come anguille, pronti a sostare in qualche caverna segreta, prima di abbeverarsi a nuove fonti creative.

Classe 2003, newyorkese, Kinoteki (anche noto con l'alias Phonebox) appartiene di diritto a questa genia di campioni della Rete, abilissimi manipolatori, capaci di partire da un punto e ritrovarsi altrove nell'arco anche dello stesso progetto. Più dedito alle esplorazioni di una house ibrida e ipnotica, col nuovo “Dawn Of The Final Hour” si apre a una felice combinazione di hardcore-continuum anni 90, ingerenze footwork e staffilate breakcore, a costruire un immaginario sì agile e dirompente, ma dotato dell'opportuna nuance, di una flessuosità che elude, al solito, ogni catalogazione automatica.
Dal batterismo atmosferico, quasi in fascia Photek, dell'iniziale “Dawn Of The Final Day”, capace di sfoderare i muscoli e corredarsi di un robusto supporto sintetico, il percorso sviluppato dal producer non rinuncia necessariamente a passare dalle parti della “vecchia” passione, lo fa però con una cognizione diversa, a suo modo massimalista (“Mastercard” e le sue ellissi house). La danza sa farsi anche più cerebrale. La trance virata footwork di “Helium Dreams”, appena innervata da elementari spunti melodici, gioca sulle sue sovrapposizioni di tastiera come un vecchio videogioco, mentre le lente scansioni di “My Broken Heart” suggeriscono estasi e malinconia, future-garage altezza Lapalux/Mount Kimbie in fuga da un mesto contesto metropolitano.

Dolore e nostalgia, incanto ed euforia: Kinoteki ha ben chiaro il suo dizionario espressivo e non teme minimamente di impiegarlo. Anzi, se è il caso spariglia ulteriormente le carte, sfrutta il ricco (e distortissimo) parco campioni per esaltare la connessione col dato emozionale dei brani, rammentare a ogni passo della loro dimensione più intima. Anche quando il taglio jungle si fa più marcato, come in “67.Alps (You Don't Understand)” o si sceglie quasi la strada della lunga cavalcata tutta breaks e rigore acid (il lungo capitolo conclusivo “The Whisper”), si palesa sempre il calore creativo, l'abbraccio di un'operazione che nel suo insieme tradisce una solida impostazione narrativa. Maggiore struttura, in definitiva: non che fosse assente in precedenza, ma qui fa valere tutto il proprio peso specifico, inanella una serie memorabile di paesaggi dell'anima. Il futuro può attendere.

28/01/2023

Tracklist

  1. Dawn Of The Final Day
  2. Mastercard (with Vyzer)
  3. Helium Dreams
  4. In My Mind (Radio / War Dub)
  5. My Broken Heart
  6. How To Fall Out Of Love (Again And Again)
  7. 67.Alps (You Don't Understand) (ft. Murrumur)
  8. Third Strike
  9. Come Back, I Miss You
  10. Ecstasy In Limbo
  11. The Whisper (And You, I Know, Make It: The Final Act) (with Kelbin)

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