Kristin Hersh

Clear Pond Road

2023 (Fire)
alternative songwriter, alt-folk

Non c’è aria di rinnovamento o rivoluzione, nel mondo di Kristin Hersh, anzi si può subito affermare senza timore di essere smentiti che “Clear Pond Road” sia un disco che indugia sui misurati toni chitarristici e sugli scarni residui post-punk ereditati dall’avventura con i Throwing Muses. L’elemento che lo rende attuale è la completa trasparenza intellettuale ed emotiva dell’autrice e musicista americana: le dieci canzoni dell’album sono l’ennesimo puzzle di riflessioni ponderate, di impressioni carpite al volo, di parole in cerca di conforto, di rifiuti anche espliciti nel ricevere aiuto.

Kristin Hersh continua a raccontare se stessa con lucidità e con una capacità di sintesi che, priva di orpelli e cliché, scava sotto pelle e accarezza lievemente  l’anima. Con poche note di chitarra che non hanno nulla in comune con l’etica e l’estetica del cantautorato folk al femminile, anche se i pochi e semplici accordi cristallini e la voce monocromatica di “Bewitched Rerurns” tradiscono qualche affinità. 
Pur accantonando i potenti riff dispensati nelle ultime prove dei Thowing Muses o dei 50 Foot Wave, le canzoni di Kristin restano spigolose, graffianti, tremule, spesso animate da residui post-punk che si scontrano con sprazzi elettroacustici, con flauti e archi a far da contrappunto (“Ms Hara”).

La pagina più aspra e angosciante dell’album è peraltro priva di qualsiasi supporto ritmico, che non sia quello creato dall’uso a mo’ di percussione della chitarra o il suono dei campanelli e dei tamburelli (“St. Valentines Day Massacre”), scelta resa ancor più estrema nella notturna e dolente “Dandelion”, dove i delicati intrecci di chitarra e violino sono scanditi da una ricca melodia affidata al solo uso della voce, spesso vera protagonista di canzoni dal corpo sonoro scheletrico e dal dissonante alternarsi di toni ruvidi e suadenti tenerezze.
I brani sono spesso contraddistinti da brevi inserti sonori alieni (“Constance Street”), dal rombo lontano di un tamburo (“Eyeshine”) o dal minaccioso timbro cupo degli archi (“Thank You, Corner Blight”).

“Clear Pond Road” è un disco che seduce con sonorità scarne e pacate (“Reflections On The Motive Power Of Fire”), ma ognuna di queste meste dieci tracce è oltremodo elegante e non avara di suggestioni poco ordinarie (“Palmetto”). La musica di Kristin Hersh è un altro diario in bianco e nero da ascoltare con la giusta attenzione, l’ennesima prova di coerenza di un’artista dallo stile unico e personale.

21/09/2023

Tracklist

  1. Bewitched Reruns
  2. Ms Haha
  3. Dandelion
  4. Constance Street
  5. Thank You, Corner Blight
  6. St. Valentines Day Massacre
  7. Reflections On The Motive Power Of Fire
  8. Eyeshine
  9. Palmetto
  10. Tunnels




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