I New Pornographers non hanno mai smesso di produrre ottimi album. “Continue As A Guest”, la prima uscita con Merge Records, dimostra che hanno ancora voglia di continuare a mettersi in gioco. Lo fanno come “ospiti”, come affermano nella title track, paragonando la loro libertà stilistica alla possibilità di accedere ai servizi di un sito internet senza registrarsi.
L’incipit è affidato all’arrembante “Really Really Light” che riprende del materiale mai pubblicato creato nel periodo di "Brill Bruisers". Il brano mantiene le promesse e ci guida con leggerezza verso il successivo “Pontius Pilate’s Home Movies”, che ironizza sulla cultura della condivisione delle nostre esperienze sui social network. Sostenuto da un buon giro di basso, il pezzo è impreziosito dalla presenza di Zach Djanikian al sassofono. A differenza della precedente canzone, dove le voci di Newman e di Neko Case si sovrapponevano fino a rendersi indistinguibili, le parti cantate sono qui più nettamente divise, dando una sensazione di minore coralità. Questa tendenza, riscontrabile in molte parti dell’album, è probabilmente legata alla genesi stessa del lavoro, che è stato in larga parte scritto e composto dal solo Newman durante il periodo pandemico nella sua abitazione. Ed effettivamente il frontman della band ha fatto un grande lavoro sulla sua voce per modularla in base alle necessità. Appare generalmente sporca e grave, viaggiante su tonalità minori rispetto ai suoi standard. Anche considerando l’uso parsimonioso delle sei corde, “Continue As A Guest” è probabilmente l’album più pacato e riflessivo dei New Pornographer.
I risultati comunque premiano la band di Vancouver, che regala ai fan alcuni brani magnifici come “Last And Beautiful”, che può essere considerato come un trait d’union fra il power-pop degli esordi, con generosi riff di chitarre e sovrapposizioni continue di voci e strumenti, e il nuovo corso più sommesso e trascinato dal timbro malinconico del sax. Del tutto sorprendenti sono invece i continui cambi di tempo nella conclusiva “Wish Automatic Suite”, disseminata di synth anni 80 e con una durata complessiva che supera ampiamente i cinque minuti. Atmosfere dello stesso periodo segnano anche uno dei brani scelti come singoli, “Angelcover”, con l’elettronica in stile Depeche Mode che sormonta le parti vocali e impone un ritmo più sostenuto, seppur monocorde.
È chiaro che il gruppo, ormai orfano di due figure carismatiche come Dan Bejar e Kurt Dahle, sia sempre più trascinato dal carisma delle voci soliste. Dell’apporto fondamentale alla scrittura di Newman abbiamo già accennato. La personalità di Case trova invece il suo fulgore negli episodi in cui le è affidato interamente il microfono, come in “Cats And Mouse With The Light” e nella mirabile “Marie And The Undersea” che, con il suo incedere brillante, il sapiente utilizzo delle percussioni e - ancora una volta - del sassofono, mette in luce la volontà dei New Pornographers di esplorare nuove direzioni sonore.
Certamente le impressioni sono positive, ma si dovranno incanalare queste rinnovate energie in una più sapiente fase di produzione per poter meglio indirizzare questo cambio di direzione nella loro comunque incredibile carriera.
11/04/2023