Darkspace

Dark Space -II

2024 (Season Of Mist)
cosmic-black-metal, industrial-metal

Dieci anni di attesa per il ritorno dei Darkspace, uno dei progetti più impenetrabili di tutto il metal, con la possibilità di vantarsi di essere stati imitati ma non ancora eguagliati. Il black-metal cosmico di sempre è proposto in questo “-II” con un unico brano di 47 minuti.
Non è chiaro il motivo di un titolo che sembra collocare la composizione prima di tutto quanto già prodotto dalla formazione, al solito estremamente laconica. Di fatto, però, il mastodontico sound della band svizzera qui vira verso l’industrial-metal, con synth e drum machine a rivestire un ruolo importante.

I tempi sono ovviamente dilatati, aspetto essenziale per tratteggiare un
soundscape angosciante e immaginifico: una voce femminile riecheggia lontana e si perde quando è sovrastata da un ossessivo riff di chitarra distorta a velocità media; al decimo minuto arriva lo scream a inspessire l’arrangiamento fino a condurre al primo climax; emergendo da una nube di distorsioni, il brano riprende il midtempo fino a esplodere al minuto 17 e ridursi a minacciose trame di rumore cosmico, riverberi di vita in uno spazio sconfinato e punti che lasciano spazio a un arpeggio spettrale al minuto 21, un frammento melodico che porta all’esplosione di chitarre distorte e quindi al ritorno della voce, più cavernosa, e della drum machine, con il suo ritmo cadenzato supportato da bave di synth; chiuso un altro climax intorno al minuto 29, la ripartenza è feroce, con chitarre stratificate, voci demoniache e un impatto orchestrale che solo al minuto 34 riconducono, in versione assordante e minacciosa, al riff iniziale, così che possa compiersi nella sua versione più epica, con le chitarre a intonare un inno tragico; i sette minuti finali decostruiscono questa sinfonia industrial-black-noise, portandola a un’ultima deflagrazione prima di tornare al sussurro femminile iniziale e quindi a un inquietante silenzio.

Insolitamente privo di asperità estreme, il ritorno dopo un decennio della formazione svizzera non trova sempre la varietà e la creatività che servono per giustificare una composizione di tre quarti d'ora, ma è difficile non lodarne le capacità di evocare paesaggi spaziali ostili e perversamente affascinanti. Per la loro discografia, un album comunque minore e minacciato più volte dalla noia, che avrebbe goduto di uno svolgimento più snello.

27/02/2024

Tracklist

  1. -2.-2

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