Pond

Stung!

2024 (Spinning Top Records)
rock psichedelico

Arrivati al loro decimo album, "Stung!", gli australiani Pond si approcciano nuovamente alle sonorità rock del loro inizio di carriera, ma non tanto verso le jam psichedeliche free-form o le sperimentazioni freak fine anni 60, bensì avendo stavolta un punto di riferimento preciso: i Led Zeppelin. Il suono della storica formazione inglese emerge a più riprese nell'adozione di riff di chitarra hard rock anni 70 ma inclinati verso una certa musicalità "groovy", come si percepisce in "So Lo", singolo di punta nonché di gran lunga la canzone più riuscita dell'album, che ricorda il periodo più funky degli Zeppelin all'altezza di "Houses Of The Holy" e "Physical Graffiti".
La fase più classica del quartetto britannico emerge invece in un altro singolo, "Neon River", imperniato su un lavoro di chitarra rock che più tradizionale non si può. Gli Zeppelin tornano chiaramente anche nella semi-title track, "(I'm) Stung" e in "Boys Don't Crash", tutti ottimi brani che segnalano un allontanamento dei Pond sia dai loro precedenti episodi più trasognati e onirici che dalle derive retro-synth di fine anni 10/inizio anni 20; fa eccezione in questo senso "Elephant Gun", unica canzone plasticata pseudo-pop che pare contraddire le sonorità del resto dell'album.

Come sempre la guida canora è affidata al folle e incontenibile Nick Allbrook, il quale sia come personalità che come voce prende stavolta decisamente il sopravvento sull'altro componente storico, Jay Watson alias Gum (il quale del resto ha pubblicato un disco da solista più che ragguardevole solo l'anno scorso e ne ha un altro in uscita, anche se collaborativo, nel 2024). Parlando ancora di Led Zeppelin, non è difficile ritrovare negli urletti e negli acuti molto sregolati di Allbrook le acrobazie vocali del primo Robert Plant, che come sappiamo negli album più storici della leggendaria formazione hard rock un po' parlava, un po' strillava e un po' cantava con metriche tutte sue. Allbrook è di certo più preciso e impostato, ma la radice stilistica si avverte chiaramente, anche senza chiamare in causa l'influenza dell'hard rock classico su tutta la scena di Perth. Non a caso nel 2012 un certo gruppo di nome Tame Impala, il cui progetto com'è noto si è a più riprese intersecato con quello dei Pond, pubblicò una canzone proprio dal titolo "Led Zeppelin", che imitava alla perfezione lo stile della formazione inglese.

In ogni caso, sarebbe sbagliato parlare di "Stung!" solo in questi termini, perché al suo interno si ritrovano tante idee che vanno oltre la semplice istanza di rivisitazione di un certo rock classico - la quale, mossa da nostalgia o meno, nel 2024 si allinea del resto a una generale tendenza di tutta la musica mainstream verso il ritorno di suoni acustici e strumentali "autentici", in contrasto con le produzioni digitali ed elettroniche che avevano contaminato anche gran parte della scena indie e rock, Pond compresi, nella seconda metà degli anni 10.
In "Stung!" si parte da un'esperienza personale vissuta dallo stesso Allbrook - una cocente delusione d'amore che lo ha lasciato "punto", come da un'ape (che vediamo in copertina) - per costruire un disco dal carattere personale e intimo, meno folle e più riflessivo rispetto ai lavori passati della band di Perth. Una formula che regala molte belle sorprese come "Edge Of The World Pt. 3" (le parti 1 e 2 sono in "The Weather", 2017), una suite simil-prog divisa in diverse sezioni e che esplora varie influenze con ampi tratti, qui sì, psichedelici e lisergici, e prosegue nel frattempo una tradizione di canzoni "lunghe" ed epiche che i Pond portano avanti da anni, con brani come "Man It Feels Like Space Again" (2015) o "Burnt Out Star" (2019).
Ottima anche la delicata atmosfera del numero di apertura, "Constant Picnic", e l'intensa ballad in chiusura, "Fell From Grace With The Sea", mentre distraggono e "sporcano" un po' gli interludi di "Elf Bar Blues" e "Stars In Silken Sheets", anche se si inquadrano bene come piccoli divertissement sperimentali nell'insieme. Ultima canzone eclatante da citare è certamente "Black Lung", un hard rock colorato e molto strumentale che sicuramente diventerà un fan favorite.

In conclusione, i Pond regalano al loro pubblico questa volta un album maturo e pensato, solido e molto ben composto con un'attenzione inedita ai suoni di chitarra e la volontà di lasciarsi alle spalle i tratti plastici e pazzerelli delle più recenti produzioni. Un disco da far ascoltare a chi ancora nel 2024 mette in dubbio la statura della formazione australiana.

22/06/2024

Tracklist

  1. Constant Picnic
  2. (I'm) Stung
  3. Neon River
  4. So Lo
  5. Black Lung
  6. Sunrise For The Lonely
  7. Elf Bar Blues
  8. Edge Of The World Pt. 3
  9. Stars In Silken Sheets
  10. Boys Don't Crash
  11. O, UV Ray
  12. Last Elvis
  13. Elephant Gun
  14. Fell From Grace With The Sea

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