T’odio e t’amo, maledetto il giorno che t’ho incontrato, come farei senza di te. Dannata musica italiana, bella manigolda dai tratti antichi eppure sempre verdi. Quante critiche hai sofferto, quanti applausi hanno accompagnato il tuo tragitto. E quante distinzioni, specifiche, controversie, forse sì ma anche no, quello va bene, quell’altro ma neanche per idea. Spartiti che nascondono tranelli e diatribe a non finire, ma non a sorpresa, lo sai dove si annidano quei dannati inciampi, eppure non puoi fare a meno di caderci. Tipo: bravi i cantautori, belle parole, ma di musica ragazzi ce n’è ben poca, siamo onesti. Balle.
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Marco e Davide, si trovano improvvisamente a fine stagione, qualche trofeo hanno saputo catturarlo, ma la finale è ancora lontana. I giochi però son quasi fatti. Numeri: è stata l’annata in cui l’Italia e i suoi protagonisti l’hanno fatta da padroni. E allora, il duo non poteva non congedare i propri simpatizzanti con una nuova puntata dedicata alle schitarrate tricolori, una puntata che sa di guanto di sfida nei confronti di quelli che… bravi i cantautori, ma la musica?
Abituati a sfatare miti, o almeno a provarci, Bercella e Sechi hanno deciso di farsi accompagnare in maniera decisiva da un personaggio che si è insinuato per tutto l’anno tra le righe, per emergere proprio sul traguardo, sul filo di lana: Piergiorgio Pardo, storico, critico, appassionato delle note colorate di rosso, bianco e verde (nonché autore di saggi e giornalista di Blow Up). Per esempio, che ne sapete dei cantastorie italici progressivi? Eh… certo, gli anni 70, quando l’Italia sapeva essere artisticamente coraggiosa e ingegnosa, mica come oggi… Invece no, anche oggi. Alle armi signori, che qui si fa l’Italia!
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