Le colonne sonore delle serie tv sono al centro della nuova puntata di Rock in Onda, il programma condotto da Claudio Fabretti tutti i martedì dalle 23 alle 01 (e in replica il venerdì dalle 13 alle 15) su Radio Città Aperta (www.radiocittaperta.it).
Da "Lost" a "I Soprano", da "Twin Peaks" a "Breaking Bad", da "The Wire" a "Mad Men", da "True Detective" a "The Young Pope": uno speciale sulle musiche che hanno accompagnato le migliori serie tv degli ultimi anni. Con un piccolo omaggio a due sigle-cult del passato.
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Sound and Television - Musiche delle serie tv - parte 1
Sound and Television - Musiche delle serie tv - parte 2C’erano una volta i telefilm. Condensati di film in poco più di mezz’ora, capaci comunque di irretire milioni di spettatori, come quelli cresciuti con le gesta di Brett Sinclair e Danny Wilde alias The Persuaders (“Attenti a quei due”), omaggiati in questa trasmissione insieme a un’altra storica sigla-cult, quella dell’Ispettore Derrick.
Poi, negli anni 90, è arrivata la vera svolta della serialità televisiva. Dapprima un guru di Hollywood come David Lynch si è immerso nelle allucinazioni noir a puntate di “Twin Peaks” – tornate in voga ora con la terza stagione, 25 anni dopo – poi, via via, una serie di registi e autori ha iniziato a scommettere sulle serie tv, magari sperando poi di riuscire a fare il salto nel grande schermo. E così, contraddicendo la massima di Gil Scott Heron, “The Revolution Was Televised” – come da titolo del celebre saggio di Alan Sepinwall. Con pochi mezzi e tante idee, una pattuglia di intrepide tv via cavo – da Hbo a Showtime – iniziò a sperimentare nuove forme, svincolate anche dalla dittatura dell’audience e della pubblicità. Iniziarono così a proliferare serie inaudite: “I Soprano”, “The Wire”, “Oz”, “The Shield”, “Mad Men”. Produzioni spesso politicamente scorrette, ma anche ambiziose, se si pensa che “The Wire” è stata ideata come il Grande romanzo americano e le saghe di Tony, Don Draper & C. non sono state da meno. Nascevano i protagonisti antieroi, i progenitori dei vari Walt White, Nucky Thompson e Frank Underwood. E anche le star del cinema scoprivano il fascino del piccolo schermo, in una lunga processione che va idealmente da Glenn Close (“Damages”) fino al recente Anthony Hopkins di “Westworld”.
Scavalcata a sinistra, anche Hollywood era costretta a ripensarsi. E dalla saldatura tra cinema e tv, nascevano kolossal come “Lost”, “Game of Thrones”, “Boardwalk Empire”, “Homeland”, “The Knick”. Una rivoluzione che ha contagiato tutto il mondo, dalla Gran Bretagna alle sorprendenti produzioni scandinave, fino alla stessa Italia che finalmente – da “Gomorra” a “The Young Pope” - sta cercando di ricavarsi un suo spazio.
Ma la libertà assoluta della serialità televisiva si è tradotta anche nel campo delle colonne sonore: una miniera inestimabile di tesori, che spazia dalla miglior instrumental music all’indie-rock, dalla chicche d’antan ai classici del rock e del cantautorato. Sigle, canzoni funzionali alla narrazione, ma anche veri e propri “sfondi musicali” che hanno contribuito al successo di sequenze entrate ormai nella storia della tv. Abbiamo cercato di raccoglierne una minima parte in questa doppia puntata, che si propone di fungere, al tempo stesso, da guida sintetica alle migliori serie tv degli ultimi anni e da vademecum musicale a 360 gradi di questo affascinante universo.
In memoria di Sir Roger George Moore (Londra, 14 ottobre 1927 – Crans-Montana, 23 maggio 2017)
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