Prima prova solista per Giovanni Ferrario, in circolazione da una decina d'anni coi suoi Micevice e come collaboratore di Scisma, Estra, Morgan, PJ Harvey.
Quattordici canzoni apparentemente essenziali, senz'altro dirette, uniscono un'ottima vena melodica a un gusto che si rifà ai classici (Velvet Underground, Bowie, Radiohead, tardi Beatles, Television) senza per questo sapere di modernariato. Una semplicità solo illusoria, perché dietro alla disinvoltura di Ferrario si cela quella giusta e ormai rara dose di mestiere che gli consente di spaziare tra gli stili con grande consapevolezza di obiettivi e metodi.
Costruzioni pop impeccabili, limpide, ora solari ("New Car", "Elsewhere" - quest'ultima vagamente Blur?), ora ipnotiche o velate di un'inquietudine stagnante ("Honeymoon in Tribeka", "Beast").
In primo piano la chitarra: scorre tra placidi slittamenti di semitono, molto sixties, oppure si dà a rimpalli ritmici secchi e new wave per poi liberarsi in un groviglio indo-blues ("War's Over"). Ferrario sta ben attento a che non rubi la scena, integrandola sempre come uno dei tanti tasselli delle sue raffinate architetture pop.
26/10/2008