04/05/2016

Yann Tiersen

Teatro Regio, Parma


di Fabio Guastalla
Yann Tiersen
Il rapporto tra Yann Tiersen e l'Ile de Ouessant, un piccolo punto situato al largo delle coste bretoni, è sempre stato proficuo, quasi magico. Lì, in quel lembo di terra spazzato dal vento e circondato dall'Oceano Atlantico, il compositore francese ha trovato l'ispirazione per i suoi migliori capitoli discografici, dal meraviglioso "Le Phare" (dedicato al faro più grande d'Europa, situato proprio sull'isola) al più noto "L'Absente". Chi volesse approfondire l'argomento, può tuffarsi nel Dvd de "La Traversée" che racconta appunto la nascita di quest'ultimo album.

Il legame tra il compositore e l'isola che ha ormai preso come residenza fissa e luogo d'elezione diventa centrale nel nuovo tour europeo di Tiersen, che mercoledì scorso ha toccato l'Italia nell'unica data tricolore in programma al Teatro Regio di Parma. Una location d'eccezione, ovviamente, per quella che era a tutti gli effetti un'anteprima del nuovo album in uscita a settembre per Mute Records e intitolato semplicemente "Eusa", nome in dialetto bretone dietro al quale si cela - ancora una volta - proprio l'Ile de Ouessant.
Per chi ha seguito il tour del precedente "Infinity" - chi scrive lo intercettò un anno e mezzo fa, nell'ultima data parigina all'Olympia - è quasi scioccante notare come Tiersen possa trasformare il proprio repertorio a seconda dell'occasione e della veste che intende dare alla venue. Se allora l'artista francese era circondato da musicisti, coriste, chitarre e sintetizzatori, nel tour di "Eusa" è il più puro minimalismo a riprendersi la scena.

Nella prima ora di concerto, Tiersen - circondato da cinque lampade che appena si fanno spazio nella penombra - è seduto al pianoforte e da lì trasporta il pubblico nel grande prato che dà sul mare che ha ispirato l'opera: Porz Goret, esattamente come il titolo del brano pubblicato nei giorni scorsi. Accompagnato soltanto dai field recordings che riproducono il soffio del vento, il cinguettio degli uccelli e il volo dei gabbiani, il compositore bretone dipana le dieci composizioni con tocchi essenziali inframezzati dai convinti applausi del pubblico parmense. Un pubblico decisamente eterogeneo a livello di età, e questa è senz'altro una buona notizia.

Esaurito il repertorio di "Eusa", Tiersen omaggia la platea italiana con alcuni capisaldi del suo repertorio più datato, senza mai perdere di vista le coste frastagliate di Ouessant e facendo la spola tra il pianoforte, il violino e i toy piano. C'è spazio dunque per "La Valse des Monstres", il valzer per toy piano - appunto - che dava il nome al suo primo e poco conosciuto album del 1995. C'è il violino solitario del "Mouvement Introductif" del successivo "Rue de Cascades". Ci sono anche estratti di quegli anni successivamente confluiti nella colonna sonora di "Amelie Poulain", come l'applauditissima "La Dispute", preannunciata dalla fisarmonica, che da "Le Phare" venne trasportata sulla scalinata di Montmartre. Il gran finale è affidato all'assolo di violino di "Qu-en-reste-t-il?" da "L'Absente", l'ultimo, definitivo approdo sull'isola prima che si riaccendano le luci.
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