I Dream Syndicate nascono all'inizio degli anni 80 dall'iniziativa di un talentuoso songwriter di nome Steve Wynn, che riunisce accanto a sé la compagna di studi all'università Kendra Smith (basso nonché chanteuse di notevole fascino sulle orme della Nico velvettiana), Dennis Duck alla batteria, più vecchio di qualche anno del resto del gruppo e già un veterano della scena alternativa di L.A., e la chitarra di Karl Precoda (strumentista oltremodo devoto agli stilemi della psichedelica acida che aveva dominato la California un decennio prima). I Dream Syndicate furono dall'inizio degli anni 80 e per buona parte del decennio la punta di diamante del Paisley Underground (scena che aveva la sua sede geografica a Los Angeles), cioè di quel gruppo di band (Green On Red, Giant Sand, Concrete Blonde, True West, Long Ryders, Rain Parade e altri) che della rilettura delle radici folk e country della tradizione americana attraverso la lente della new wave e del punk fecero il loro "credo" artistico.
"Medicine Show" è il loro secondo album e arriva dopo un mini-Lp autotitolato e un esordio sulla lunga distanza ("The Days Of Wine And Roses") che avevano garantito loro la stima e l'apprezzamento della critica tutta, ma ben pochi riscontri di vendite, nonostante un'attività concertistica senza pari tra le band dell'epoca. Tuttavia, il contratto con una major discografica quale la A&M sembrava preludere all'avvento del successo mondiale. Per la produzione del secondo disco, viene chiamato in cabina di regia Sandy Pearlman (che i più ricorderanno per aver gia "diretto" i Clash del secondo album), il quale affina la tecnica dei nostri, snellisce il sound dalla pesantezza del feedback di stampo younghiano e velvettiano che fino a quel momento lo aveva contraddistinto, lo riempie con le note di un pianoforte che sembra quello di Nicky Hopkins, e concentra l'attenzione sulla chitarra di Precoda e sul suo stile acido. I lavori però procedono a rilento anche perché si insinuano in mezzo al gruppo i contrasti tra Wynn e la Smith, che culmineranno con l'addio di quest'ultima (che andrà a formare gli Opal con Dave Robback dei Rain Parade, e poi produrrà un paio di buoni album solisti per la 4AD oltre ad accompagnare Exene Cervenka degli X in molti suoi readings). A sostituirla arriverà Dave Provost, altro reduce della scena locale, sulla piazza da molti anni con i suoi Droogs.
"Medicine Show" è il loro capolavoro, uno di quei dischi in grado di modificare il corso degli eventi nella musica rock, definire un genere e indicarne lo sviluppo al pari della Banana dei Velvet Underground, del Sergente dei Beatles, di Led Zeppelin II, di S.F. Sorrow, del primo delle New York Dolls, di "Nevermind" (insomma uno di quei dischi che venderà poco ma che farà venir voglia a tutti quelli che lo acquisteranno di mettere su una band per "coverizzarlo"...).
Del suono si è gia detto, le canzoni meritano di essere tutte citate. L'iniziale "Still Holding On To You" è un classico mid-tempo. "Daddy's Girl" sfoggia un ritmo rock'n'roll e una chitarra omaggiante il genio di John Cipollina. "Burn" è la prima vetta dell'album: ballata elettrica e desertificata con Neil Young nelle corde e William Faulkner nella voce. "Armed With An Empty Gun" è un blues lascivo, malato di psichedelia. "Bullet With My Name On It" deve aver ispirato, e non poco, la poetica di Nick Cave. La title track richiama ancora gli stilemi blues e la lezione di band quali Canned Heat e Quicksilver Messenger Service.
Uno dei vertici del disco è "John Coltrane Stereo Blues", l'omaggio di Wynn alla california acida dei Sixties. In realtà si tratta solo di un pezzo di una lunga jam che di solito i nostri usano per chiudere i loro concerti fin dagli esordi, qui appena un po' "addomesticata". Il titolo dice tutto sul mood della canzone... "Merrittville", invece, è una lunga ballata elettrica conclusiva il cui testo sembra scritto da Jim Thompson e la musica divisa tra Young, Dylan e Jerry Garcia.
Difficile riuscire a ripetersi a questi livelli per qualsiasi gruppo. Se a ciò sono associati l'insuccesso commerciale che da sempre accompagna questo genere di musica fuori tempo e luogo e la stanchezza dei componenti della band per i continui e lunghi tour, l'esito è scontato: i Dream Syndicate implodono. A favorire l'evento, i dissidi sorti tra Precoda, conscio di essere l'asse portante del sound della band, e Wynn, che ne è l'autore principale, sugli sviluppi futuri della musica dei Dream Syndicate. Il primo vorrebbe virare verso l'hard, soluzione che lascia Wynn alquanto perplesso. Comunque, Precoda lascia (negli anni successivi si occuperà di critica cinematografica e raramente riprenderà in mano la sei corde), Provost stanco della vita on tour con i Dream Syndicate preferisce ritornare alla sua band d'origine, i Droogs, e la vena creativa di Wynn sembra esaurirsi. Ci vorrano altri due anni perché Wynn ritrovi fiducia in sé e nelle sue capacità di leader e riformi la band, dando alle stampe il discreto "Out Of The Grey". Ma questa è un'altra parte della loro storia.
29/10/2006