Seconda uscita per Damon Cough, ben noto alle cronache come Badly drawn boy, responsabile due anni fa di uno dei migliori esordi dell'anno in Gran Bretagna con l'album "The Hour of Bewilderbeast", nel quale dimostrava la sua abilità nel comporre brani dall'appeal melodico notevole e di saltare con leggerezza tra pop, blues, rock e canzone d'autore; il "Ragazzo mal disegnato" sottolinea come questo album "About a boy" colonna sonora dell'omonimo film tratto dal romanzo di Nick Hornsby ("Febbre a 90°", "Alta fedeltà"), non sia il vero nuovo lavoro completo, in quanto la nuova vera opera uscirà a fine anno; nondimeno per noi ascoltatori l'ascolto di questo disco prescinde dal film e dal romanzo, Cough ha realizzato un colonna sonora atipica, non lo sviluppo di un tema portante, ma una raccolta di canzoni, e il risultato è un disco piuttosto breve (40 minuti) con 16 tracce di cui però 5 sono brevi intermezzi strumentali; un certo collante melodico e ritmico comunque c'è, la melodia e la ritmica della breve introduzione strumentale viene qua e la ritracciata nel corso dell'album.
Pur sempre un album di canzoni si è detto, che confermano le grandi doti di Badly drawn boy, un songwriting immediato e fantasioso allo stesso tempo, capace di realizzare melodie che catturano al primo ascolto e che si fischiettano senza accorgersene per la strada o sotto la doccia. L'esordio gli aveva procurato, tra gli altri, il paragone con Beck, per la capacità di reinventare la musica pop attraversando molti delle sue manifestazioni estetiche, ma l'obiettivo ben circoscritto, la realizzazione di una musica mirata ad una colonna sonora, ha focalizzato meglio il talento di Cough, che forse in precedenza si era lasciato trascinare in deviazioni eccessive del suo percorso musicale; a differenza del suo collega statunitense, la sua forza è nella leggerezza in cui saltella in diversi stili del pop-rock, più che nella capacità di decostruirli e "disturbarli".
Una certa unità nel corso dell'opera si avverte anche grazie a un uso delle orchestrazioni sapiente perché mai eccessivo, che anzi impreziosiscono spesso i gioiellini di Badly drawn boy, come "Something to talk about", una ballata che ricorda Neil Young, con chitarra acustica e piano in primo piano, il soul di "Silent sigh", la irresistibile melodia di "River, sea, ocean", l'esotico piano-bar di "File me away", fino a un omaggio a Bob Dylan in "A minor incident"; ricette dagli ingredienti già noti, ma che evidentemente Badly drawn boy sa dosare meglio di altri, e la conferma delle doti emerse all'esordio ci fa capire che stavolta non ci troviamo di fronte all'ennesima next big thing inventata dalla stampa britannica e dalle case discografiche, ma a un talento pop vero, destinato a durare nel tempo.
25/10/2006