Forse sta proprio nell'uso dell'elettronica il principale limite del disco: troppo derivativo, troppo "già sentito", specialmente in dischi come l'ultimo dei Notwist, "Neon Golden", ma è in generale l'architettura di tutti i brani, con quell'alternanza tra strutture elettroniche minimali e indie-rock di matrice lo-fi, a richiamare un po' troppo le opere di gruppi come i grandissimi Stereolab. Fortunatamente non è l'elettronica a dominare le dieci canzoni di quest'album; a farla da padrone sono le melodie, e sono melodie splendide, lievi, malinconiche, un po' trasandate, nella miglior tradizione lo-fi.
L'apertura è affidata alla lunga "Drained By Diamonds" ed è subito un gioiello di canzone pop, che sfodera un arrangiamento apparentemente scarno eppure ricercatissimo; "Food For The Ants" recupera le radici indie-rock del gruppo, mentre il singolo "Spring To Downcomers" spinge sul pedale dell'elettronica minimalista, mentre la voce conduce le danze con quel piglio vagamente annoiato e distratto che è il filo conduttore del disco. In questi primi tre brani, gli Yuppie Flu presentano in sequenza quelle che saranno le principali direzioni sonore dell'album: i restanti brani infatti riprendono questi schemi, apportando di volta in volta piccole ma significative varazioni.
Ecco dunque il pop immacolato di "I Feel Lucky" e la malinconia elettro-acustica di "All That Shines" e "Eyes Of Dazzling Bright". "Dreamed Frontier" torna a mettere in risalto i ritmi elettronici, ed è forse il brano che più di tutti risente dell'influenza (positiva) degli Stereolab con i suoi arrangiamenti post-moderni. In questa parte centrale, il gruppo fa sfoggio delle sue migliori creazioni, a parte "Silverdeer" che è un brano piuttosto anonimo, un semplice pop chitarristico-orchestrale di stampo beatlesiano.
In chiusura, gli Yuppie Flu riescono comunque a piazzare altre due gemme, a partire da "Female Scientists", degna dei migliori Pavement, e poi con la sconsolata "Now And On", ballata dalla melodia appena accennata e accompagnata da un tenue pianoforte.
In sostanza, gli Yuppie Flu dimostrano con questo disco di saper scrivere canzoni che non hanno nulla da invidiare a molti loro più blasonati colleghi stranieri. Quando riusciranno a trovare una loro cifra davvero personale e originale, allora saranno sicuramente capaci di sfornare un capolavoro. Per ora godiamoci questo piccolo grande disco che è "Days Before The Day".
(30/10/2006)