Moltheni

Splendore Terrore

2005 (Tempesta/Virus)
songwriter

Dopo circa tre anni di silenzio, Umberto Giardini alias Moltheni è tornato in scena con un sound diverso dagli album precedenti.
Infatti, mentre "Natura in replay" (1999) e in "Fiducia nel nulla migliore"(2001) prediligevano un rock vigoroso, con le chitarre elettriche in prima linea, nel nuovo lavoro si va incontro a una significativa evoluzione in senso introspettivo e acustico, in cui il suono caratterizzante è affidato a strumenti vintage.
Tra essi, il protagonista è il wurlitzer, attempato piano elettrico suonato da Pietro Canali, che si amalgama perfettamente con la chitarra acustica, spesso distorta con delay e riverberi; la batteria, a cura di Vittoria Burattini (ex-Massimo Volume), non si perde in virtuosismi inopportuni, ma si unisce alla generale atmosfera cupa e sensuale, dettando una ritmica semplice e lineare.

Scarno ed essenziale, "Splendore terrore" si rifà all'intimismo del Nick Drake di "Pink Moon", a certe atmosfere dilatate del post-rock d'oltreoceano, ma anche alla follia visionaria di Syd Barrett, soprattutto per la dolce malinconia che lo pervade. In ambito italiano, invece, i riferimenti più prossimi sono padri nobili del nostro cantautorato come Luigi Tenco e Sergio Endrigo.
Il filo conduttore degli undici brani è il rapporto tra l'amore e la solitudine, un complicato viaggio interiore che rimane sospeso tra l'idillio e la desolazione, e che trova la morte come unico e inesorabile traguardo. L'artista marchigiano si esprime al meglio, con la sua voce ruvida, calda e profonda, in un continuo connubio tra realtà e fantasia.
La scaletta si apre con "Gli occhi di Mara Cagol", toccante brano acustico dedicato alla moglie del leader brigatista Renato Curcio, rimasta uccisa durante un rapimento per autofinanziare le Brigate Rosse. Del resto, la passione dell'artista per la politica degli anni Settanta non è una novità e torna anche in "Fiori di carne".
In alcuni momenti, come ad esempio nella dolente title track, si avverte una lieve atmosfera psichedelica, soprattutto grazie al delay della chitarra.
Un clima che si tramuta in allucinazione vera e propria in "La Ragazza dai denti strani (humana)", uno degli episodi più suggestivi della raccolta.
Non mancano pezzi strumentali, come "Bue" e "Tatàna", dal forte impatto visionario.
Chiude il sipario la splendida "Suprema", registrata con sola voce e pianoforte.

La copertina raffigura una campana, la cui foto è stata tratta da un manoscritto dei primi del Novecento.
Una scelta che Moltheni ha spiegato così: "Mi ha affascinato perché se ti metti vicino a una campana, ti arriva una potenza sonica che ti stordisce e non ti fa capire più nulla".
Prodotto dall'indipendente Tempesta/Virus (casa discografica dei Tre Allegri Ragazzi Morti), in seguito al divorzio dalla Bmg, "Splendore terrore" rappresenta uno dei migliori lavori di Moltheni e della nuova scena cantautorale italiana, per l'abilità nel riuscire a esprimere emozioni e sogni contrastanti, giocando su suoni a volte vetusti, mai scontati e capaci di esalare un'intensità da brivido.

21/05/2010

Tracklist

  1. Gli occhi di Mara Cagol
  2. Splendore Terrore
  3. Bue
  4. Nel potere del legno
  5. In porpora
  6. La ragazza dai denti strani (humana)
  7. Limite e perfezione
  8. Tutta la bellezza dell'istinto materno degli animali
  9. Fiori di carne
  10. Tatàna
  11. Suprema

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