Tipiche cartoline dagli Stati Uniti. Pensate di abitare in America, i grandi spazi, una zona immersa nella natura (in questo caso lassù nel Vermont), perfetti luoghi di rifugio per hippies nell’anima quali sono Matt Valentine (MV) e Erika Elder (EE).
Luoghi dove sistemarsi con il proprio trailer malconcio, tenere un cane trovatello e la sera chiamare qualche amico (la Bummer Road) a strimpellare un po’ di country-blues sotto le stelle. Magari addizionandolo con un po’ d’acido. Mettersi lì, stravaccati per terra, con un cappello in testa e una paglia in bocca a provare pezzi di Mississippi John Hurt, Charlie Patton o Rev. Gary Davis. Suonarli e risuonarli, magari aspettando che gli additivi inizino a fare effetto, finché ad uscirne sono brani nuovi (il primo cd) o rivisitazioni alquanto diverse dagli originali (il secondo).
Si sta in compagnia, l’atmosfera rilassata è quella delle campire songs, il cane abbaia di quando in quando, si gioca con delay, pedali ed effettistica varia, come percussioni si usano barattoli di riso e fagioli, magari qualcuno soffia in un’armonica, e così, senza neanche accorgersene, capita di ritrovarsi con venti minuti di “Death Don’t Have No Mercy” registrata su nastro.
Detto che l’album è ottimo, bisogna anche dire che è necessario un certo apprezzamento del suddetto immaginario weird-campagnolo, altrimenti un’ora e mezza di simili hippiesmi potrebbe risultare indigesta.
04/04/2007
Disc One:
Disc Two: