Doveva avere ben chiaro il suo progetto, John Stirratt, membro dei Wilco e degli Uncle Tupelo, quando con Pat Sansone formò gli Autumn Defense. Era il fascino della stagione autunnale a ispirare la sua vena country-rock più soft e raffinata, che oltre ai nomi storici della musica americana mostrava anche riferimenti alla canzone d’autore più classica.
Dopo due gradevoli album pieni di buone intuizioni vocali e strumentali, il duo raggiunge la maturità con il terzo album giustamente senza titolo quasi a sancire un nuovo punto di partenza.
Gia dall’iniziale” Canyon Arrow “ si nota tutta la crescita del duo, sorretta da un ritmo esotico con il flauto in evidenza: un corpo centrale strumentale descritto da violoncello e viola crea subito le suggestioni giuste e il canto del silent sparrow sembra materializzarsi da un momento all’altro.
“Where You Are”, firmata dal solo Patrick Sansone, è un perfetto esempio di baroque–pop nella tradizione dei Left Banke (un gruppo di culto, autore della sempiterna "Walk Away Renee"), splendida e raffinata ballata, nel suo incidere malinconico convince anche l’ascoltatore più prevenuto, così come ”Estate Remains”, altra ballad con sonorità da madrigale sorrette dall’harpsichord.
Sembra perfettamente riuscito il progetto di country rock d’annata che richiama per eleganza Loggins & Messina, Bread, CSN&Y, piuttosto che America o Dan Fogelberg. Ogni brano è caratterizzato da pregevoli finezze strumentali: in ”Winterlight” un break strumentale di oboe e flauto si stempera tra intrecci chitarristici vivaci, mentre preziosismi di chitarre acustiche ed elettriche di rara efficacia rendono il puro country-rock di “We Would Never Die” degno dei Wilco.
“Feel You Now” è invece costruita su un solido intrecco di ritmo e melodia, con l’organo in prima linea e riporta ai gruppi soft-rock dei primi 70 (un po’ gli American Flyer del velvettiano Doug Yule), con archi appena accennati e breve bridge vocale.
Si raggiunge un altro vertice del disco con“ City Bells”, bossa nova leggiadra cantata con sensualità e sottolineata dal piano di Joey Barbado. Altro momento raffinato simil-bossa dal ritmo morbido è “This Will Fall Away”, con una coda strumentale impreziosita dal flauto.
Ma degne di nota sono anche la complessa “I Knew It All Along”, con tablas e acustica e un bridge strumentale di tromba, corno francese e sax baritono, e la pianistica “About To Change”, dove trovano spazio di nuovo l’harpsichord e l’organo, e la vena si fa più blues.
Pur se più "tipiche", completano il quadro le leggiadre country-song di “Criminal” e “Simple Explanation”, oltre alla incisiva “Spend Your Life”, con un arrangiamento d’archi brillante che mostra tutta la capacità del gruppo di giocare con finezze musicali degne delle miglior band americane, ricreando tessiture complesse che non si sentivano da tempo.
Strano che pur appartenendo a un gruppo tra i migliori d’America, John Stirrat non abbia attirato l’attenzione della critica sul suo progetto collaterale. In definitiva, un solido esempio di country-rock d’autore come non si sentiva da tempo. Tra tante band che scimmiottano l’estetica più che la genialità del passato, gli Autmun Defense si segnalano con forza, regalandoci un disco molto rimarchevole e privo di sbavature.
26/10/2007