Thomas Belhom

Cheval Oblique

2007 (Apparent Extent) | alt-rock

Dopo Larry Mullins, in arte Toby Dammit, un altro batterista solista si è affacciato da qualche anno sulla scena indipendente; trattasi di Thomas Belhom, percussionista francese amico dei Calexico e collaboratore di Stuart Staples dei Tindersticks.

Sfaccettati i riferimenti di "Cheval Oblique": jazz, elettronica e psichedelia sono certamente i più evidenti a un primo impatto. Ma non manca il substrato desertico ereditato dall'esperienza in Arizona con l'Amor Belhom Duo. "Heaven" estrae anche una fisarmonica italiana, che anticipa il drumming smaliziato del nostro, segnando subito un punto a suo favore.

Sfortunatamente, proseguendo nell'ascolto, vengono fuori le pecche di un'offerta che abbozza troppi stili senza penetrarli a fondo. Così non si capisce dove vogliano arrivare i campionamenti vocali di "Mont St.Michelle" e lo xilofono aggiuntivo su "Pianomeka", ad esempio.

Negli altri brani Belhom indulge nel provare tutti gli aggeggi giocattolo a disposizione, comportandosi come un perfetto esecutore di razza, schiavo della disponibilità di risorse. In "Electrolyse" il mestiere gli si ritorce contro, ingessando la dinamica della composizione. Gli riconosciamo però una certa singolarità nelle scelte, mai triviali.

Considerando i mezzi, "Cheval Oblique" suona "solo" come un esercizio ben organizzato ed è l'occasione sprecata per emergere in solitaria.

(29/11/2007)

  • Tracklist
1. Heaven  Belhom
2. Who's Who?
3. 7000 Islands 
4. Oblique 
5. Boulangerie 
6. Aircraft   
7. Mont St.Michel   
8. Pianomeka 
9. Electrolyse
10. Banjo
11. Sushi 
12. Porto Cesareo
13. Cheval 
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