Marta Collica

Pretty And Unsafe

2007 (Desvelos Records)
songwriter

“Pretty And Unsafe”, grazioso e insicuro. Come un cuore all’inizio di un nuovo amore, come un bambino che si alza in piedi la prima volta, come i primi passi di Alice nel mondo dietro allo specchio.

Difficile certo pensare a Marta Collica come una novella Alice in un mondo sconosciuto, lei ex Micevice, voce dei Sepiatone, amica e collaboratrice di John Parish, Cesare Basile, Hugo Race, Manuel Agnelli; la musicista catanese conosce bene il mondo della musica e poteva confezionare grazie all’esperienza e all’appoggio di tanti artisti un disco complesso e lavorato, ma ha fatto un’altra scelta, ha scelto un approccio più emotivo e diretto, dieci piccole ballate cantautorali registrate così, appena uscite da cuore e anima senza pensare troppo, solo per piano e voce, se non per lievi intrusioni di altri strumenti, dieci piccole perle limpide da poco tirate fuori dall’ostrica che ne oscurava la luce.

L’iniziale “Little Gods” è già esplicativa del tono, chitarre appena accennate, un fondo di violoncello e la voce a sussurrare il testo, una melodia che è come galleggiare sull’acqua lasciandosi trasportare da poche e dolci onde; “He’s Tellin’ Me All” si dondola invece su un'altalena di piano accompagnato dalla chitarra di Basile e dal mellotron di Hugo Race, mentre “Mavy Sad”, col suono sporcato da un fruscio, è gestita solo da Marta e dal suo piano.
Nel suono greve della tastiera di “Faded Bloom” si riconoscono le influenze dell’attitudine blues di PJ Harvey ma i rimandi, così come gli ospiti, si sentono poco in questo disco, Race si cimenta in un bellissimo duetto di chitarra acustica con Marta in “A Motel Song”, ma ci si accorge appena delle pennellate date da John Parish in “Great View” (uno dei pezzi migliori), dove Marta canta con la delicatezza di Beth Gibbons e si lascia andare a piccoli ma raffinati assolo di tastiera.

Gli strumenti principali dell’artista catanese, tastiera e piano, sono il perno su cui si costruiscono le trame dell’album, lo dimostrano il breve strumentale “That’s Peter Window” e la title track, in cui mellotron e chitarre (Parish) e batteria (tutte di Basile) appaiono a tratti per incendiare e arricchire la tenue melodia tessuta da Marta.
Le ultime due canzoni aiutano a capire lo spirito con cui è stato concepito e messo in atto questo “Pretty And Unsafe”; in “f.r.i.e.n.d.s.” all’inizio Marta è sola con i suoi tasti, ma poi accenna a un accordo diverso e arrivano gli amici per creare una jam finale dalla parvenza improvvisata tra la padrona di casa, Parish e Race alle chitarre e Giorgia Poli (ex-Scisma) al basso.
La conclusiva “Umpteeth Blue” (la mia preferita, per quanto ve ne potrà interessare) vede ancora Marta (quasi) sola, il suono del piano è in evidenza, nitido e definito ma ancora una volta quasi estemporaneo tanto che a un certo punto, complice un accordo forse inaspettato, a Marta scappa pure una risata trattenuta a malapena.

La spontaneità in quella risata, le piccole imperfezioni dei suoni, il tema dell’amicizia ricorrente nei testi e la delicatezza delle composizioni contribuiscono a fare di questo album d’esordio uno specchio vero del carattere e della persona di Marta Collica.
Un disco in cui si può sentire la passione infusa nel farlo e al quale si perdonano anche piccole sbavature, per inquadrare la musica si potrebbe parlare di una Beth Gibbons pianista, ma dirlo sarebbe fare un torto a un lavoro estremamente personale nelle emozioni che trasmette.
Un lavoro per questi motivi raro a trovarsi tra le produzioni nostrane, “Pretty And Unsafe”, grazioso e insicuro, come una piccola e profumatissima primula sbocciata al freddo da sotto la neve.

07/02/2007

Tracklist

  1. Little Gods
  2. He’s Tellin’ Me All
  3. Mavy Sad
  4. Faded Bloom
  5. A Motel Song
  6. Great View
  7. That’s Peter Window
  8. Pretty And Unsafe
  9. F.R.I.E.N.D.S.
  10. Umpteenth Blue

Marta Collica sul web