Fatta eccezione per qualche sporadica pausa silenziosa, sono ormai trentasette anni che Van Morrison vizia il suo pubblico: puntualissimo, non manca a nessun appuntamento; neppure nelle fasi più altalenanti della sua carriera, come nella metà degli anni 90, ha saputo rinunciare all’abitudine di pubblicare un disco all’anno.
Con il passare del tempo, tuttavia, sono stati gli stessi suoi fan, oltre la critica, ad accorgersi che tale puntigliosità poteva diventare sommamente deleteria; il recente "Pay The Devil" non fa che confermare come il burbero e ostinato cantautore irlandese non abbia ormai molti scrupoli a macchiare il proprio catalogo con opere minori, spesso mediocri, pur di pubblicare qualcosa. Per questo l’uscita di una raccolta, in questo 2007 così pieno di fallimenti d’autore, non può che risultare gradita: una bella sorpresa, che forse allontanerà da noi il pericolo di un nuovo, arrischiato cimento di Van The Man, almeno per il momento.
Il filo conduttore della raccolta, come è intuibile dal titolo, è la presenza di numerose canzoni di Morrison in diverse colonne sonore cinematografiche; in realtà, fin dal primo sguardo alla tracklist, si può capire come questo concept sia piuttosto un pretesto: le hit ci sono più o meno tutte, abbiamo "Gloria" dei Them, "Brown Eyed Girl", "Have I Told You Lately (That I Love You)", anche se ufficialmente in virtù delle pellicole che le ospitano. Il tema, tuttavia, fornisce lo spunto per inserire alcuni brani spesso dimenticati all’interno del repertorio del songwriter: è il caso ad esempio di "Queen Of The Slipstream", vera perla datata 1987 (su "Poetic Champions Compose"), nonché una delle sue migliori interpretazioni del decennio, di "Wild Night", unico brano un poco movimentato del pigro "Tupelo Honey", e soprattutto di "Wonderful Remark", splendida ballad composta negli anni 70 e registrata all’inizio del decennio successivo, questa sì, ad uso esclusivamente cinematografico. Altro ripescaggio inusuale è "Days Like This", perla nascosta dell’album omonimo del 1995, non troppo brillante nel suo complesso.
Per incuriosire i fan più assidui, che queste canzoni le conoscono a memoria, vengono inserite alcune chicche come le sfrenate esecuzioni live di "Domino" e "Caravan", quest’ultima registrata al concerto d’addio della Band (e già immortalata nel monumentale "The Last Waltz" del 1978), o una versione dal vivo inedita di "Moondance". Un contentino da poco, forse, che però ci permette di uscire un momento dalla sorniona immobilità del modello tradizionale di compilation, per entrare in contatto con il volto più vivace e immediato (anche se forse non più sincero) dell’artista in questione; altro brano dal vivo è "Comfortably Numb" dei Pink Floyd, cantata insieme a Roger Waters nel 1990 (il famoso concerto di "The Wall" a Berlino) in un’esecuzione decisamente poco fantasiosa, ma tuttavia efficace.
Un’antologia sui generis, insomma, che potrà a suo modo soddisfare gli affezionati e fornire ai nuovi fan una panoramica piuttosto ampia, seppure incompleta (l’assenza di brani da "Astral Weeks", anche se in linea con la scelta editoriale, mina qualsiasi lettura in questo senso), della carriera di uno dei musicisti più importanti del secolo ormai trascorso.
18/06/2007