"Canzoni di tattica e disciplina" è l'album d'esordio di un interessante quartetto rock romano, i Luminal. Due chitarre e due voci (Alessandra Perna e Carlo Martinelli) più sezione ritmica per disegnare rapidi e violenti paesaggi di morte in cui vengono trinciate pennellate di CSI, istanze punk e irruenze hardcore. Ne viene fuori un disco oltremodo gotico, di pensiero, viscere e sangue.
E forse è proprio l'oltranzismo dei Luminal a non convincere: laddove la poetica pecca un po' in ripetitività, la problematica più grave concerne la messa in musica formale del grosso dei brani. I momenti di maggiore violenza ("La distruzione", "Il regno") su cui il disco dovrebbe di fatto reggersi non riescono a sublimare la loro incendiarietà, causa gravi lacune di scrittura. I validi intrecci chitarristici che caratterizzano la band scivolano con maggiore fluidità e convinzione quando la melodia si fa più ragionata e meno brutale, ovvero sia nel power-pop di "Tattica e disciplina" e soprattutto nella intensa ballata rock "L'uomo bicentenario".
Il grosso staziona, però, in terra di nessuno, fra divertissement ("Dammi tutti i tuoi soldi"), semi-plagi ("La soluzione") o riempitivi (la pur buona "Lumen"). Alla fine, gli attimi di poesia de "Il fiume" non fanno che aumentare i rimpianti per un album potenzialmente molto migliore di quello che è.
01/06/2009