Come fosse una pena da scontare, eccoci qui a parlare di due nuovi “aborti” firmati Marino Josè Malagnino. Ma in verità, ancora una volta c’è da rimanere stupiti per la quantità e la qualità di idee che il ragazzo di Mesagne è capace di enucleare.
Non contento di aver sperimentato con il “Pop”, e di aver dato seguito a uno dei progetti più interessanti degli ultimi tempi in ambito rumorista (L’Amorth Duo), il nostro prova ora a cimentarsi con la musica concreta, e ne dà in verità un’interpretazione piuttosto particolare.
Intendiamoci, i precedenti cd-r contenevano “parti concrete” in abbondanza, ma qui il focus del discorso è proprio sul rapporto tra i procedimenti che portano alla produzione di musiche costituite da elementi preesistenti e la loro fruizione, che segue traiettorie diverse e altresì ben definite.
Il primo cd-r in questione è uno split con Davide Riccio sulla cosiddetta musica umana…
Marino Josè Malagnino/Davide Riccio – “Musica Umana”
Scrive Davide Riccio, citando Diego Minoia: “ …c’era una volta la musica umana, cioè prodotta con la vibrazione delle corde vocali presenti nel nostro corpo e con il battito di mani e piedi…” “…nascerà in seguito la musica strumentale fino all’elettrificarsi e diventare elettronica. Di musica strumentale ne abbiamo avuta a sazietà in ogni forma e ridondanza, sicché nulla sembra più stupirci”.
Come dargli torto, soprattutto guardando agli ultimi dieci anni, in cui la pervasività dei nuovi media e la conseguente velocità di diffusione - nonché l’estrema facilità di reperimento - dei dischi, sta favorendo la rapida metabilizzazione (e consunzione) delle forme musicali.
In questo senso “Musica Umana” segue alla lettere la missione di Nuova Musica Rurale, che è quella di creare suoni con oggetti d’uso quotidiano, e di rendere evidente lo scarto con le produzioni “plasticose” diffuse dalle radio commerciali (e non solo).
E cosa c’è di più quotidiano della voce umana? Così, con tanto di dedica a Pierre Schaeffer, “Qui Intorno” è un campionario di voci, rutti, amplessi, risate etc, resi con una certa coerenza sequenziale e ritmica. Insomma, un po’ come Mark E. Smith che cantilena i risultati delle partite di calcio alla Bbc. Uno spettacolo insolito, in entrambi i casi.
Il pezzo di Davide Riccio, “Fantastic Voyage (Viaggio Allucinante)” suggerisce ovviamente di viaggi interstellari. Le informazioni sul cd-r non sono chiarissime, ma mi pare si parli di stetoscopio, field recording, effetto doppler, e di “parte per cuore di feto in traccia”.
Ora, non ho chiesto all’interessato, ma il dubbio che i suoni provengano da qualche sommovimento intracorporale è più che legittimo.
Comunque sia, il pezzo è una creatura in continua mutazione e sfrutta al meglio tutte le possibilità della concrete music e dell’elettronica. Si passa quindi dal rumorismo più crudo, all’ambient, a qualcosa di simile alle sinewave senza soluzione di continuità. Non male.
Marino Josè Malagnino - "Psss Psss Pssss"
Quest’altro cd-r ha poi dell’incredibile. Qui si prova a teorizzare una sorta di performance che si autoalimenta in intiere, servendosi di processi ricorsivi e retroattivi.
In parole povere, il Malagnino spiffera delle melodie nelle orecchie dei musicisti, che vengono suonate al momento e poi ripetute in loop. Ne consegue che i pezzi sono parecchio immediati e altresì gradevoli. C’è anche musica, oltre al concetto. Che musica? Be’, i primi tre pezzi fanno pensare al Tom Waits più sghembo (quello di "Franks Wild Years") che si esibisce ubriaco a una sagra paesana. Il resto, pur suonando più improvvisato, non perde in fruibilità e gradevolezza.
A questo punto le ipotesi da farsi sono due: la prima è che il Malagnino abbia una visione ben precisa della musica, o meglio di ciò che la musica dovrebbe essere (o di ciò che è stata in origine). La seconda è che ci stia prendendo per il culo. In entrambi i casi, la situazione ha un non so che di geniale.
03/04/2008
"Musica Umana"