Cinque anni or sono usciva “St. Anger”, il presunto album di svolta dei Metallica, nonché loro estremo tentativo di svecchiare il loro suono per avvicinarsi alle nuove generazioni (quelle del nu-metal dei primi anni 00, per capirci). Fu un album pessimo che segnò il loro definitivo declino, dopo una serie di album scarsi, tanto che anche i loro fan più intransigenti lo accolsero con la massima freddezza, soprattutto a causa della produzione raffazzonata e della scomparsa della chitarra solista.
“Death Magnetic” si prefigura quindi come il tentativo da parte dei Metallica di “tornare quelli di una volta”, di accalappiare i fan oltranzisti che avevano gridato al tradimento; nei fatti è un disco di thrash-metal passatista, nato già vecchio. Come se negli ultimi vent’anni non ci fosse stato nulla di nuovo, i Metallica propongono esattamente la stessa musica di “And Justice for All” (da cui ereditano tutti i difetti, su tutti la durata interminabile dei brani) e del “Black Album”, solo più blanda, debole e senza la fruibilità delle canzoni del loro bestseller del 1991.
Il difetto principale del disco è che non c’è una sola canzone che possa definirsi tale: le tracce (tutte di lunghezza compresa tra i cinque e i dieci minuti) sono degli assemblaggi di riff thrash vecchia scuola che non cercano nemmeno di legarsi in modo coerente per formare brani compiuti, suonando pedanti e ripetitive. Se aggiungiamo una voce vuota e inespressiva, il drumming blando e ingenuo di un Lars Ulrich ai limiti storici e trovate di dubbio gusto - come l’attacco melodico di “That Was Just Your Life”, interrotto dalla batteria pestona nel modo più banale immaginabile - otteniamo un disco inutile e fastidioso.
Tutto quello che questo “Death Magnetic” può offrire è del metallaccio da headbangers (“Cyanide”), ballatone vetuste (“The Day That Never Comes”, l’ennesima rivisitazione di “Fade to Black”) e spudorati richiami al loro passato (“The Unforgiven III”); forse a qualcuno potrebbe bastare, per chi scrive si tratta di un colossale déjà-vu, pessimo e irrecuperabile.
21/09/2008