A due anni da “Hundred Miles Off”, tornano a farsi vivi i Walkmen, talentuoso quintetto newyorkese che proprio in queste settimane licenzia il nuovo e atteso “You & Me”. Potrebbe essere questo l’album della definitiva consacrazione e alla luce dei suoi brillantissimi contenuti si può quantomeno azzardare che non passerà di certo inosservato, soprattutto al cospetto delle orecchie più attente e allenate.
Fieramente in bilico tra il Dylan elettricamente blasfemo di “Bring It All Back home” e vaghe nostalgie, in odore di Modern Lovers, per un'America rurale e incorrotta, “You & Me” è un disco da leggere prima ancora che da ascoltare, per il sincero godimento estetico che la scrittura musicale del gruppo riesce quasi sempre a regalare, nella grazia dei suoi movimenti e nell’elegantissima grafia dei suoi fraseggi strumentali, in cui riluce a tratti la migliore tradizione compositiva statunitense.
La voce ruvida e vissuta del cantante Hamilton Leithauser ha una timbrica personale e riconoscibile e la sontuosa cornice sonora che la strumentazione le mette a disposizione (in particolare nell’impasto calibrato tra chitarre lievemente sgranate, basso e tastiere) disegna nella mente assorta dell’ascoltatore un’atmosfera trasecolata e senza tempo, pervasa da un alone quasi spettrale, come una sedia a dondolo abbandonata al vento di qualche veranda scricchiolante, dentro il ventre dimenticato dell’America più profonda. Le composizioni risultano così abitate da un senso strisciante di solitudine ombrosa, rigata da accensioni melodiche che deflagrano in ritornelli di notevolissima intensità (l’iniziale “Dónde está la Playa” o “In the New Year”).
Per capire con chi abbiamo che a fare, giova forse ricordare che il gruppo predilige da sempre (sin dal primo, fulminante “Everyone Who Pretended To Like Me Is Gone” del 2002) l’impiego di strumenti vintage e che è arrivato a costruirsi, a Harlem, un vero e proprio studio di registrazione (il cosiddetto Marcata Recording), dismesso un paio di anni fa, non prima di avervi però registrato, come cerimonia d’addio, una riesecuzione integrale, “track by track”, di un album di Henry Nilsson e John Lennon, “Pussy Cats” (del 1974), omaggio poi pubblicato nell’autunno 2006.
Un gruppo, i Walkmen, che ha sempre saputo dunque coltivare un forte senso del mito (implicito in tante pagine importanti del rock americano) e che ha lasciato scorrere nelle proprie vene il fiume inarrestabile della tradizione, sempre capace di farlo divampare e straripare in direzioni cromatiche differenti: Buddy Holly e Roy Orbison, Lee Hazlewood e Randy Newman, Ry Cooder e Jackson Browne, come pezzi illuminanti del calibro di “Seven Years of Holidays (for Stretch)”, “Canadian Girl” o “Postcards from Tiny Islands” lasciano ben trasparire.
“You & Me” è un disco di gran classe, visitato da una bellezza antica, mai davvero sfiorata dall’onta corruttrice del tempo, un disco da ascoltare e riascoltare, da esplorare con la mente e con lo sguardo. Il suo unico limite può forse essere rintracciato nell’eccessiva prolissità della seconda parte (parzialmente riscattata dalla tripletta finale), dove la grazia compositiva delle prime sei-sette canzoni si opacizza e perde un po’ della sua luminosità. A parte queste minuzie, i Walkmen regalano senz’altro uno dei dischi più emozionanti di questo scorcio di stagione.
31/10/2008
1.Dónde está la Playa
2. Flamingos (for Colbert)
3. On the Water
4. In the New Year
5. Seven Years of Holidays (for Stretch)
6. Postcards from Tiny Islands
7. Red Moon
8. Canadian Girl
9. Four Provinces
10. Long Time Ahead of Us
11. The Blue Route
12. New Country
13. I Lost You
14. If Only It Were True