Le due lunghissime composizioni di “Classic Of The Mountains And Seas” segnavano, nel 2009, l’esordio di Li Jianhong sulla storica etichetta P.S.F., che, in ogni caso, aveva già rilasciato sul mercato giapponese “Ghost Temple” del progetto D!O!D!O!D!, condiviso con il batterista Huang Jin. Per chi conosce l’epopea free cosmic-psychedelic noise di “Sang Sheng Shi”, non sarà difficile immaginarsi gli sviluppi di queste due lunghissime composizioni che, insieme, fanno un totale di oltre settanta minuti di chitarristico delirio espressionista.
Nelle tempeste radioattive di “Classic Of The Mountain” (32:47), il musicista di Pechino eleva l’ennesimo monumento al Dio della chitarra elettrica, una visionaria odissea fatta di scie incendiarie di wah-wah liquefatto, distorsioni colossali che puntano lo spazio più profondo con disumano accanimento, torride serpentine armoniche, saliscendi vulcanici, feedback catastrofici e muraglie al limite dell’harsh-noise, il tutto mentre lo sfondo risuona e vibra di cosmica estasi. Un tour de force che brucia, venerandoli, i santini di Jimi Hendrix, Keiji Haino, Caspar Brötzmann e Helios Creed.
Ancora più sconfinato, se possibile, lo scenario di “Classic Of The Seas” (37:15), un ciclopico affresco cosmodronico che trasfigura il mistero del mare in un epico viaggio interiore, che si staglia deciso come una delle sue vette assolute. Mentre i vortici ascensionali del drone minaccioso che rimbomba nelle retrovie sembrano riprodurre le violente mareggiate di un oceano scosso da un tornado, gli armonici stremati che disegnano diagonali di terror panico fanno pensare alle grida disperate di gabbiani impazziti. Nel bel mezzo di questa incontrollata irradiazione di potenza, il naufrago Jianhong, attaccato alla sua chitarra e ai suoi pedali come all’ultimo pezzo del suo vascello ormai distrutto, genera suono dopo suono, dilatando a dismisura un tormento di wagneriana intensità.
Il confronto dell’uomo-artista con l’Inflessibile si tramuta, ancora una volta, in un buco nero in cui la coscienza non vede altro che il suo baratro. Impressionante.
08/09/2013