Jason Lytle

Yours Truly, The Commuter

2009 (Anti-)
soft-avant pop

Jason Lytle è stato il cantante nonché il leader di una della formazioni rock più talentuose degli ultimi anni, i Grandaddy, indie-band che ha realizzato ben quattro album e che meritava decisamente più successo di quanto ne abbia ottenuto. Lytle, d'accordo con i suoi colleghi, decise, a inizio 2006, di sciogliere il gruppo. Alla base di questa dolorosa scelta, oltre ai non eccezionali riscontri di vendite del pur gradevole "Just Like The Fambly Cat", loro ultima opera discografica, è stata anche la volontà di schierarsi contro il mercato, di non firmare per una major e di non voler suonare a eventi promossi da multinazionali come Tickmaster e Clearchannel.

Dopo un lungo periodo di crisi, Jason si è spostato dalla natia Modesto in una sperduta casetta di legno nelle cime del Montana e ha composto in circa sei mesi il suo primo Lp da solista, "Yours Truly, The Commuter", che contiene anche delle idee che risalgono a parecchi anni fa. Si tratta di un lavoro in gran parte ispirato anche se non eccezionale, permeato da un'atmosfera di rilassatezza e serenità e più vicino come sonorità a quello che per chi scrive è il miglior disco dei Grandaddy, "Sumday", senza però essere qualitativamente al suo livello. Jason ha suonato tutti gli strumenti che si sentono nell'album e ha fatto grande uso, come con la sua vecchia band, di tastiere, blip e sintetizzatori di vario genere. La parola del titolo, "commuter", significa pendolare e fa riferimento non solo alla sua esperienza personale, ma anche e soprattutto al fatto che fare musica per lui è come trasferirsi da un luogo all'altro della propria mente.

A prevalere, come accadeva in "Sumday", sono le canzoni soavi e lente, che crescono e si fanno apprezzare appieno solo dopo ripetuti ascolti. L'unico pezzo movimentato e rock è la piacevole "It's The Weekend", che ricorda non poco "Summer Here Kids", tratta dal primo disco dei Grandaddy, "Under The Western Freeway". I momenti migliori del disco sono però l'opener e title track "Yours Truly, The Commuter", soave ballad introdotta da una dolce tastierina dove il quarantenne di Modesto canta in maniera autobiografica "I was left for dead" ("ero dato per morto", si intende musicalmente parlando), la solare "Brand New Sun" che ha un incipit molto simile a quello di "Who'll Stop The Rain" dei Creedence Clearwater Revival e un finale in crescendo emozionantissimo, "Furget It", brano minimale accompagnato da un accordo di pianoforte che piano piano ti accarezza ed entra nell'anima, e la sognante e conclusiva "Here For Good", nella quale il musicista proclama il suo intento di fare, per mezzo della sua arte, del bene, in primis a se stesso, ma anche a chi lo ascolta (e riuscendovi benissimo).

Si sbadiglia invece in episodi come la poco originale "Birds Encouraged Him", la lamentosa "You're Too Gone", la noiosa "Rollin' Home Alone" e "The Ghost Of My Old Dog", dedicata a un pastore australiano, un cane da guardia che era stato preso per prevenire eventuali problemi con un vicino spacciatore di droga (tra l'altro Jason stesso assumeva sostanza psicotrope quando era con i Grandaddy, ma ora ha smesso) e che fu investito da una macchina causando un grave dolore al proprietario.
Piacevoli ma non entusiasmanti le altre tracce, tra cui "This Song Is The Mute Button", che è introdotta dal secondo movimento della celeberrima e bellissima settima sonata di Beethoven, tema che si può apprezzare in diversi film tra cui il fantascientifico "Zardoz" e lo spiazzante e controverso "Irréversible" di Gaspar Noé.

In definitiva, si tratta di un discreto album con alcuni pezzi ottimi ma che non ha lasciato del tutto soddisfatto il suo autore, e a cui farà seguito un disco più duro e caotico.

07/10/2009

Tracklist

  1. Yours Truly, The Commuter
  2. Brand New Sun
  3. Ghost Of My Old Dog
  4. I Am Lost (And The Moment Cannot Last)
  5. Birds Encouraged Him
  6. It's The Weekend
  7. Fürget It
  8. This Song Is The Mute Button
  9. Rollin' Home Alone
  10. You're Too Gone
  11. Flying Thru Canyons
  12. Here For Good

 

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