Per il quinto album lungo di studio (esclusa la serie di Ep), John Congleton e compagni ritornano ai toni gotici che hanno preceduto “Now You Are One Of Us”. La band di Dallas ora straripa di onnipotenza nell’illustrare - allungando a dovere il respiro dei brani - la catastrofe che incombe sull’umanità; in questo primo episodio (di un’annunciata trilogia), il centro dell’attenzione sono i disastri naturali.
Si odono dunque parate a mo' di parodia degne del music-hall (“If Nobody Moves Nobody Will Get Hurt” e “The Common Cold”, pure a scimmiottare il John Barry di “007”), temi pomposi da musical horror (“I'm Going To Heaven With Or Without You”), progressioni per piano e danze pellerossa tenebrose (“The Laying Of Hands The Speaking In Tongues” e “What Should We Do With Your Body?”).
Ma l’eccessivo affidamento al non così interessante canto di Congleton causa più di qualche problema nella fruizione, cosicché anche gli arrangiamenti più vitalistici (l’inno emo “This Is A Rape” e lo stridulo vaudeville di “The Small Of Your Back The Nape Of Your Neck”) perdono in consistenza.
Macabra sceneggiata satirico-apocalittica (scritta dal solo vocalist) così compiaciuta del proprio kitsch mortifero che si dimentica di far appassionare. Nonostante il brio dei comprimari, le performance rimangono lambiccate come musiche di uno spot. A tenere in piedi la baracca ci sono artefatti effetti speciali di casa Southern, uno sfarzo di corredi timbrici e una burrascosa messa in piega acustica.
18/05/2009