Negli anni dei grandi ritorni è giusto che anche i grandi Therapy? di Andy Cairns tentino di ritagliarsi il loro nuovo spicchio di ribalta. "Crooked Timber" è il primo lavoro da molti anni a questa parte capace di suscitare nuovo interesse nei confronti dei più raffinati terroristi che abbiano calcato le scene dei primi anni Novanta, figli dell'Ulster intriso di odio e divisioni, capaci di segnare un periodo (1992-'95 soprattutto) attraverso opere di portata incendiaria, brevettando un mix di metalliche isterie sempre pronte a deflagrare, melodie in linea con il rock alternativo di quegli anni meravigliosi e un songwriting che conferiva uguale dignità tanto all'hardcore, che ai Godflesh, che - soprattutto - al vecchio post-punk, meglio se gotico.
E dunque "Crooked Timber" (il titolo cita Immanuel Kant, tanto per non smentirsi). Una ritrovata armonia di gruppo si è consolidata nel trio formato dal mastermind Andy Cairns (voce e chitarra), il vecchio compare Mike McKeegan (basso) e il nuovo batterista Neil Cooper. Armonia che ha reso i Therapy? capaci di gettarsi di nuovo nella mischia con sufficiente credibilità, pur col rischio di apparire dinosauri in un'epoca che vede una miriade di altri protagonisti impegnati a contendersi quello scettro che tanti anni fa apparteneva (anche) a loro. Ora per giunta questa scena la chiamano post-metal.
Per fortuna, l'album non cerca l'effetto nostalgia e non gioca eccessivamente col passato, o meglio non lo fa in maniera forzata e artificiosa. Riaccende piuttosto, con naturalezza, il ricordo di una impronta sonora che resta unica e fondamentale, oggi come ieri.
Certo, la rabbia non esplode più come un tempo. Non a causa di una ormai incipiente senilità degli esecutori, intendiamoci, quanto più per una produzione (al banco c'è Andy Gill dei Gang Of Four) che un po' prevedibilmente accentua l'eleganza e l'amalgama degli arrangiamenti, rimettendoci però quanto a puro impatto fisico. E non va bene, perché l'impatto fisico e diretto è sempre stato elemento basilare e irrinunciabile della proposta dei Therapy?. Proprio dallo scontro tra brutale e sanguigna veemenza con l'intellettualismo (e l'ironia) di fondo nascevano, anzi, i loro momenti migliori.
Accettato questo difetto di base, si può godere comunque di ottime canzoni quali "Clowns Galore" e la magnifica "I Told You I Was Ill", due sane sfuriate 100% Therapy?; la patinata "Somnambulist" fa breccia col suo ritornello di sicura presa, certamente più di quanto riesca al singolo "Enjoy The Struggle", sceneggiata da manuale che paga però scelte melodiche assai deboli. "Exiles" gioca invece la vecchia carta del gotico sporcato di industrial-metal, cercando di reggersi del tutto su atmosfera (poca) e classe (moltissima), chiamando l'infallibile sezione ritmica a salvare la baracca calamitando su di sé tutta l'attenzione.
Ma si nota una certa sofferenza, in particolare di un poco incisivo Andy Cairns, quando la band cerca di incattivire i toni con brani come l'iniziale "The Head That Tried To Strangle Itself", e la conclusiva "Bad Excuse For Daylight", moscio commiato che più si sforza di picchiare duro e meno riesce a convincere. Meglio, quindi, cercare di distendersi, come nella coinvolgente title track e nei dieci, inutili ma piacevoli, minuti della strumentale "Magic Mountain".
Alla fine, era difficile forse chiedere a questo album di entusiasmare. Senza infamia e con poche lodi, "Crooked Timber" è un ritorno che di certo fa piacere ascoltare, che testimonia come una band leggendaria sappia ancora essere onesta e orgogliosa, rispettosa anzitutto della propria storia, ma non sembra avere la forza per imporsi realmente.
20/03/2009