Black Prairie

Feast Of The Hunters' Moon

2010 (Sugar Hill)
folk

"To make a prairie it takes a clover and one bee/One clover, and a bee/And revery. The revery alone will do/If bees are few."

Emily Dickinson

 

Per affrontare questo "Feast Of The Hunter's Moon" l'immaginazione non è un requisito primario. E' sufficiente lasciarsi guidare dagli emozionanti rivolgimenti del disco, dalla nitidezza dell'esecuzione, dal calore ribollente della chitarra resofonica, sensuale co-protagonista di questo lavoro. La Dobro è qui imbracciata da Chris Funk, uno dei tre quinti dei Decemberists che compongono il gruppo: a quest'ultimo vanno aggiunti Jenny Conlee-Drizos, alla fisarmonica, e Nate Query, che suona basso acustico e violoncello. Quello che, a questo punto, potrebbe sembrare un side project dalle scarse pretese è in realtà nobilitato dalla presenza di due musicisti dal vasto e comprovato pedigree della scena bluegrass di Portland, Oregon, remota e immacolata terra di frontiera. Stiamo parlando di Annalisa Tornfelt, al violino, e Jon Neufeld, che porta con sè una archtop.

Un corteggiamento reciproco durato qualche anno, finalmente concretizzato anche grazie allo iato dei Decemberists e all'interessamento della Sugar Hill, mitica etichetta bluegrass. L'attesa è ben ripagata, dato che "Feast Of The Hunter's Moon" è un disco dalle emozioni mutevoli e in costante rinnovamento e approfondimento, mano a mano che gli ascolti disvelano angoli nascosti tra le pieghe delle trame musicali del gruppo dell'Oregon.
Non è da temere un'eccessiva indulgenza in stilemi tradizionali(sti) (comunque presenti nelle rivisitazioni di "Red Rocking Chair", "Back Alley" e "Home-Made Lemonade"): da una parte il contributo della fisarmonica (retaggio della band di Colin Meloy) infonde, insieme alle sferzate di violino della Tornfelt, briosa vitalità klezmer ("Ostinato Del Caminito", "A Prairie Musette"), dall'altra i Black Prairie non si fanno mancare atmosfere più moderne, chiarori all'albeggiare tra Balmorhea ("Atrocity At Celilo Falls", "Full Moon In June") e Sigur Ros ("Blackest Crow").
Sorprende, inoltre, l'affiatamento tra i musicisti (alla prima prova insieme), tale da non lasciar spiccare uno strumento rispetto all'altro, in un'alternanza di ruoli che tiene alta l'attenzione. L'intreccio che ne risulta è di altissimo pregio: anche laddove il tema principale pare essere affidato a un particolare strumento (la fisarmonica in " A Prairie Musette", il violino in "Home-Made Lemonade", le chitarre in "Atrocity At Celilo Falls" e "Back Alley"), gli altri rimbeccano e ricamano in sottofondo, intromettendosi sul palco, all'occasione.

Come già sottolineato, il percorso narrativo del disco è ben delineato, dal baldanzoso western di "Across The Black Prairie" alla sospesa rievocazione di "Atrocity At Celilo Falls", passando per la nervosa, altalenante caccia di "Ostinato Del Caminito". Al riguardo va menzionato l'apporto della Tornfelt che canta, suadente, in alcuni dei pezzi; tra questi ultimi il dolce folk coraleggiante di "Single Mistake", il dolente addensarsi di ombre in "Red Rocking Chair" (riproposta qui in chiave oscura e meditabonda), il gioco languido e sensuale di "Crooked Little Heart" contribuiscono a conferire a "Feast Of The Hunter's Moon" una profondità inaspettata, per un disco di questo tipo.
Il folk dei Black Prairie è insomma sfuggente quanto basta per solleticare la curiosità anche dell'ascoltatore più casuale: va a toccare quella corda interiore che risuona del fascino, metà innocente e metà ombroso, della Frontiera. 

13/04/2010

Tracklist

1. Across the Black Prairie
2. Red Rocking Chair
3. Back Alley
4. Ostinato Del Caminito
5. A Prairie Musette
6. Crooked Little Heart
7. Annie McGuire
8. Atrocity at Celilo Falls
9. Tango Oscuro
10. Single Mistake
11. Full Moon in June
12. Home Made Lemonade
13. The Blackest Crow

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