Usciva a ottobre 2010 "L'autunno di rame", seconda pubblicazione stagionale per il collettivo
Caligine, progetto folk psichedelico guidato dal romano Gabriele De Seta, che
per l'occasione trova spazio su Sturmundrugs Records. Sono cinque le canzoni che compongono l'opera,
un totale di trenta minuti di struggente lirismo acustico nei quali la delicatezza
solipsistica della sei corde si mescola a sfuggenti rumori d'ambiente, portato
del peregrinare di De Seta attraverso le pieghe più remote dell'Orbe - "Hastings (Parinirvāṇa Blues)"
- che si risolve
nella celebrazione di ospiti inconsapevoli (Carmelo Bene) indirizzati verso
ebbre divagazioni dal mistico fascino orientale ("Salagrama").
E
se l'avatar di David Tibet alleggia tra i solchi di questo lavoro -
si percepisce, a tratti, il richiamo a quegli eccessi meravigliosamente
psichedelici esplorati dalla Corrente in pezzi immortali come "Hitler As
Kalki" - non possiamo non sentirne chiaramente evocato lo spirito nei visionari apogei
lirico/vocali di "Una goccia di rubino", in cui il salmodiare di De Seta ci
ricorda la meglio gioventù del folletto britannico. Da rilevare, quindi, l'omaggio a Jack Rose in
chiusura del disco, tributo pagato da Caligine al chitarrista statunitense e
risalente proprio a quel fatale 5 dicembre 2009, quando si registrò la dipartita di Rose da questo mondo.
Emozionante
lavoro questo "L'autunno di rame", di sicuro interesse per gli appassionati
di sonorità acustiche ammantate di una
rilucente coltre psichedelica, un album che lascia ottimamente sperare sul futuro
prossimo di Caligine.
(14/01/2011)