Ritrovare l’ex singer Dax Riggs sui banchetti di un negozio di dischi è una buona notizia, anche se nessuna avventura discografica del musicista della Louisiana aveva sollevato entusiasmi, il suo progredire verso una forma di doom-blues aveva mostrato buoni frutti in “We Are Night Six” realizzato con Tessie Brunett nel 2006 e poi il tutto si era di nuovo diluito nelle successive prove da solista.
“Say Goodnight To The World” è l’album della maturità per Dax Riggs, la sua musica conserva il fascino della musica rock-blues più classica, ma la contaminazione con il doom, la psichedelia e il southern rock raggiunge in “Say Goodnight To The World” un equilibrio più solido che in passato. Non c’è traccia di capolavoro nelle dieci tracce dell’album, ma la cover di “Heartbreak Hotel” è uno di quei momenti irrinunciabili per ogni amante della musica, Dax Riggs affonda il brano di Elvis Presley in una coltre di oscurità, depressione e sofferenza che estrae emozioni sottopelle.
Una serie di blues in bilico tra Tom Waits e Nick Cave con testi in stile Jacques Brel-gothic si alternano a brani più mossi e variegati, “Sleeping With The Witch” ha un riff estenuante e trascinante, “I Hear Satan” è un polveroso slow-rock-blues, ricco di oscuri presagi che il suono asciutto e grintoso trasferisce dall’inferno al mondo reale, “Gravedirt On My Blue Suede Shoes” ristabilisce il giusto tasso rock-alcolico e “Let Me Be Your Cigarette” rinnova il glam-rock-punk dei suoi esordi con gli Acid Bath.
Altrove Dax Riggs allinea la sua passione per la psichedelia con richiami voluti a Syd Barrett e Jim Morrison, come giustificare altrimenti il fascino poetico di “See You All In Hell Or New Orleans”, una morbida ballata notturna, o il brio lisergico di “You Were Born To Be My Gallows”, che scivola dalla logica ballata=blues per ghermire un folk-psichedelico bagnato di effluvi dark.
Resta da sviscerare il versante del blues più canonico, che si manifesta in forme alterne, “Say Goodnight To The World” si umetta di grunge, stoned-rock, blues e metal con forme heavy-slow ricche di suggestioni, “Like Moonlight” regge il peso della normalizzazione con una buona linea armonica e un cantilenare che riaffiora il blues primordiale, Dax Riggs calibra con gusto sonorità vintage anche prevedibili, ma una scrittura solida e sonorità sorregge il tutto, alcuni echi stoned sulla falsariga dei Pontiak e la grinta tipica del metal-doom elevano il tasso emotivo e viscerale dell’album.
Inatteso, ricco di buon sano rock-blues “Say Goodnight To The World” è una ciliegina succosa per condire la torta sonora del 2010.
(06/11/2010)