Il ritorno della band capitolina è affidato a questo “Paradogma”, altro potentissimo esempio di brutal death-metal che chiarisce ancora di più, dopo il precedente “The Vile Conception”, le intenzioni di Francesco Paoli (voce), Giulio Moschini (chitarra), Silvano Leone (basso) e Mauro Mercurio (batteria).
Che i quattro siano capaci di scrivere brani di sicuro impatto non ci piove, ma il livello raggiunto non può far gridare al miracolo. Nel giro che conta, nel giro di coloro i quali vivono di metal, le quotazioni sembrano molto alte… ma appena metti il piede fuori dal cortile di casa e ti guardi un po' intorno, ti rendi conto che, nel frattempo, il genere sta subendo ben altre evoluzioni... Fuor di polemica, comunque, “Paradogma” resta un ascolto piuttosto soddisfacente, basta non farsi troppi problemi.
Tutti i brani del disco mostrano una scrittura molto dinamica, un riffing torrenziale, vertiginoso, tra fughe epiche, passaggi in perfetto stile Nile e qualche sortita in mid-tempo da non disdegnare. Esemplare, in tal senso, il quartetto iniziale: la title track, “Thousands of Christs”, “The Woeful Eucharisty” e “Malevolence of the Righteous”.
Le accelerazioni di “Caged Into Falsehood”, le colate nerborute di “Incestuous Dynasty of Worms”, le trame asfissianti di “Spiritual Ravishment”: tutto, fino alla chiusa solenne di “Apotheosis” completa il quadro con grande mestiere, ma senza particolari sommovimenti del cuore.
24/06/2010