Jamie Lidell - Compass

2010 (Warp)
electro soul-funk

Negli ultimi sei anni, Jamie Lidell è riuscito a ritagliarsi pian piano un invidiabile angolino nel firmamento indipendente europeo. Allontanati gradualmente gli intenti elettronici mostrati con Cristian Vogel ai tempi dei Super Collider, e accantonati i primi vagiti solitari in piena ondata Idm, quali l’esordio “Muddlin Gear”, il talento di Huntingdon è riuscito a sfogare a dovere tutta la sua smania funky, decollando inaspettatamente grazie a una mescola electro-soul pregna di idolatria Motown, mista a un indiscusso genio ritmico, un’insospettabile padronanza del groove, ma soprattutto grazie a corde vocali degne dei migliori intrattenitori black a stelle e strisce. Una capacità di adattamento stilistica fuori dalla norma, e un’ugola tanto calda quanto incisiva hanno fatto sì che il ragazzo perfezionasse nel tempo la sua crescente ispirazione, partorendo lavori nel complesso tendenzialmente pop, sempre differenti nell’approccio produttivo, ma puntualmente incisivi e spiazzanti nella diversificazione dei singoli episodi.

E’ electro-funk di pregevolissima fattura quello che delinea i tratti eleganti dello stile Lidell. E’ come se Prince smanettasse al laptop senza chiedere troppo alla matrice elettronica, sfumando qua e là partiture adrenaliniche e ballad romantiche dal retrogusto soul. In tal senso, “Compass” riprende proprio laddove il buon Jamie aveva accantonato i propri guazzabugli funky nel suo lavoro più ispirato. Così, l’introduttiva “Completely Exposed” mette subito in chiaro l’esplosività quasi pachidermica del marchio Lidell. Mentre “Your Sweet Boom” mostra il lato più gaio e nelsoniano di Jamie, “She Needs Me” ammorbidisce i toni con la sua andatura trasognata, il suo basso morbidissimo, erotico, in perfetta sintonia con le atmosfere soul patinate di inizio Ottanta.

In controluce, “I Wanna Be Your Telephone” è tanto energica quanto scontata nella sua pseudo-accattivante evoluzione timbrica, così come la cavalcatina jamesbrowniana “The Ring“, e il trotto psichedelico di “You Are Waking”, distorto e reso aggressivo al punto giusto, ma privo di qualsiasi mordente, non lasciano alcun segno al loro passaggio.
Nel finale, spicca non poco il crescendo polveroso e angosciato di “Big Drift”, l’impalpabilità gospel di “You See My Light” e l’emozionante confessione amorosa in stile Buckley della title track.

Insomma, “Compass” è un disco dominato da alti e bassi, e rimarca un’incostanza intuibile solo con ascolti più frequenti. Una confusione di intenti decisamente inaspettata che il musicista inglese ha cercato di “camuffare” mediante sofisticazioni mutanti del beat e microsfumature elettroniche (vedi “Coma Chameleon“), ridimensionando a tratti il nostro appetito.
Chi ha avuto il piacere di assistere a una qualsiasi, memorabile live performance di Jamie Lidell sa benissimo quanto possa rapire l'estro di questo ragazzo. In studio, purtroppo, c’è sicuramente qualcosina ancora da perfezionare, ma l’altra metà dei Super Collider ha tante di quelle carte in tasca da poter smentire l’invisibile platea in ogni momento. E scusate se è poco.

14/07/2010

Tracklist

1. Completely Exposed
2. Your Sweet Boom
3. She Needs Me
4. I Wanna Be Your Telephone
5. Enough's Enough
6. The Ring
7. You Are Waking
8. I Can Love Again
9. It's A Kiss
10. Compass
11. Gypsy Blood
12. Coma Chameleon
13. Big Drift
14. You See My Light

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