Peccato. Un vero peccato l'occasione mancata da Spiritual Front in "Rotten Roma Casino", ultimo episodio a firma dell'ensemble romano guidato dal carismatico Simone Salvatori che, ahimè, fallisce nel tentativo di replicare le vette di straordinaria bellezza raggiunte in "Armageddon Gigolò". Se nel precedente lavoro i nostri erano infatti riusciti a dar voce a un'ottima poetica pop ammantata di quel prezioso e sanguigno intimismo acustico sviluppato da Salvatori dai tempi dell'Ep "Nihilist", nella nuova opera l'elemento pop - di nuovo preponderante tra i solchi di queste dodici tracce - si tramuta in una mediocre farsa nazional-popolare.
Episodi come l'apripista "Darkroom Friendship", "German Boys" o "Kiss The Girls And Make Them Die" hanno, difatti, clamorosamente smarrito quella straordinaria capacità di coordinazione tra il rilucente smalto melodico e quelle tipiche lascivie private che caratterizzavano le precedenti perle del repertorio di Salvatori. Pregevole la rilettura di "My Erotic Sacrifice", canzone ripresa da Spiritual Front per "Rotten Roma Casino" e che in passato figurava tra i brani presenti nel tributo a Pier Paolo Pasolini curato da Rustblade.
Viene riproposta in una solare dimensione corale la bellissima "A Cold Love In A Cold Coffin" - originariamente concepita per solo pianoforte e voce nello split condiviso da Salvatori con Naevus - mentre timidi segnali di continuità con i fasti del recente passato si intravedono in "Song For Johnny", attimi che, tuttavia, si smarriscono a fronte del melenso e pacchiano appello di "Sad Almost A Winner".
Episodio prescindibile per la band romana, su cui si spera possa tornare di nuovo a risplendere il vecchio ardore nichilista che fu.
04/01/2011
04/01/2011