Roger Karmik (Roger Karlsson) è il cervello dietro una delle etichette più importanti e cruciali della scena dark-ambient/noise, la Cold Meat Industry. Parallelamente è anche la mente dietro uno dei progetti fondanti di questo genere musicale quale Brighter Death Now; attivo dalla fine degli anni 80 fino ad oggi, ha prodotto una discografia molto vasta e dispersiva nelle sue uscite, talvolta ultra-limitate su vinile e cassetta.
Dopo 22 anni (il primo Lp "Temp Tations" è del 1989), Karmik vuole cercare di mettere un punto di riferimento nel suo tortuoso e spigoloso sentiero, tentando di riassumere il periodo storico che va dal 1998 (anno di pubblicazione di "May All Be Dead") al 2005 (data di release di "Kamikaze Cabaret"), senza però includere semplicemente materiale dai full length, ma solo Ep, 7" e le numerose collaborazioni che ha intrattenuto.
Abbiamo così di fronte un archivio molto complesso, articolato in 3 cd (o 4 Lp, a seconda dell'edizione) in cui dischi quali "Proceeded In Death", "Nunsploitation" (split con Coph Nia), "Why", "A Celebration Of Misfortune" (split con Slogun e Proiekt Hat) - e moltissimi altri - trovano finalmente una nuova collocazione e possibilità di ascolto.
In questa maniera è finalmente possibile ascoltare quelle piccole tessere che hanno fondato il sound caratteristico del nostro, che fonde industrial, power electronics, ambient dalle tinte oscure in una continua rincorsa allo shock.
Alcuni aspetti, però, lasciano perplessi. Anzitutto l'ordine delle tracce, che non tiene conto delle tracklist originarie e risulta spesso invertito e/o confuso, ma anche la qualità della resa sonora, probabilmente rimaneggiata o rimasterizzata. Oltre a questo va sottolineata la mancanza di qualsiasi riferimento documentale ai dischi, che si presentano all'ascoltatore senza un minimo di dettaglio storico o di guida.
Se "Very Little Fun" si può apprezzare nel suo aver reso di nuovo disponibile materiale disperso, dall'altro lato risulta problematico per chi voglia considerarlo un'antologia analitica e strutturata.
In conclusione, ci troviamo di fronte a una produzione venuta bene a metà, che manca di completezza.
(10/01/2012)