Quell'album però si è rivelato anche una tragedia umana, poiché il produttore del cd Rowland S. Howard (The Birthday Party, Crime & The City Solution, These Immortal Souls e altro ancora) ha perso la vita poco dopo la sua pubblicazione per un brutto male. Ma questa non è stata l'unica tegola, dato che anche il bassista Sean Stewart ha deciso di farla finita suicidandosi, lasciando la band in due e con un futuro incerto quanto doloroso da portare avanti.
La curiosità di ascoltare come, nonostante tutte le avversità, gli Htrk siano riusciti a proseguire è stata sempre forte, una domanda finalmente soddisfatta da "Work (Work, Work)", lavoro intenso quanto ostico. Il gruppo ha infatti ripreso brani composti o pensati tra il 2006 e il 2010, pezzi realizzati insieme al loro giovane amico che non c'è più e al quale è dedicato il disco, con tanto di foto interna che li ritrae ancora in tre. Già dalla prima traccia "Ice Eyes Eis" si entra in un mood cerebrale nei suoni quanto sensuale e drammatico nel cantato, che sembra una voce dall'aldilà ancora legata alle emozioni terrene.
Le linee strumentali sono ripetive e lente, come un'onda cerebrale quasi piatta in cui trovano spazio la glacialità dei Pan Sonic, l'eleganza sperimentale di Agf e i tappeti effettati e ambientali dei Seefeel, atmosfere che penetrano lasciando un senso di straniamento e complicità con i sentimenti di questi artisti.
"Work (Work, Work)" è un enorme e resistente ghiaccio che cerca di essere sciolto dal fuoco, un'immagine che è lotta tra desiderio di annullamento e sopravvivenza guidata dalle passioni più viscerali in cui l'amore, anche nelle sue forme più estreme e dolorose, è linfa esistenziale. Brividi.
(13/12/2011)