C’era una discreta attesa per il ritorno di questo quintetto tutto al femminile, originario di Nacka, sobborgo di Stoccolma. Attesa che il gruppo, alla luce del nuovo “Daydreams & Nightmares”, ha saputo ripagare con i dovuti interessi. Il precedente lavoro, “In Our Space Hero Suits”, del 2008, spezzò non pochi cuori grazie a un mix azzeccatissimo di ritornelli letali e joie de vivre in formato canzone. La band guidata dalla riccioluta e fascinosa Linnea Jonsson sembrò infatti realizzare, in un colpo solo, tutte le ossessioni e i sogni inconfessabili dell’indie-cucciolo svezzato a biscotti e romanticismo, mescolando con invidiabile leggerezza il brio liceale dei Cure altezza “Kiss Me Kiss Me Kiss Me” e le palpitazioni wave ballerine di Bow Wow Wow, Primitives e Blondie, soffiando poi sul tutto la farina C86 di Talulah Gosh, Shop Assistants e Heavenly, formazioni ai limiti dell’occulto che però in terra scandinava costituiscono ancor oggi valuta corrente e ben accetta (provate a chiedere un parere a Jens Lekman, tanto per fare un esempio).
Formula vincente, ovviamente, non si cambia e le Those Dancing Days in “Daydreams & Nightmares” perfezionano il tiro, affinando le unghie di una scrittura agile e fresca come poche altre. Il risultato è una polveriera di undici singoli più che potenziali, che sorprende e conquista, già a un primo ascolto distratto, per la sua varietà di colori e atmosfere. Le chitarre avanzano maggiormente in primo piano, caratterizzando un suono decisamente più rock (“I Know Where You Live Pt.2”), mentre il drumming si fa possente e cadenzato (sentite “Fuckarias”, “Can’t Find Entrance” o “I’ll Be Yours”), disponendo un proscenio perfetto per le bellissime armonizzazioni vocali pennellate con grazia flessuosa dalle cinque svedesi (la notevole “Dream About Me”, ma anche “Help Me Close My Eyes” e “Keep Me In Your Pocket”).
La band doppia dunque in scioltezza la boa del secondo album e, alla luce di un canzoniere del livello di “Daydreams & Nightmares”, si assicura un futuro di grosse soddisfazioni, continuando a scrivere con i propri inchiostri profumati il diario di un’educazione sentimentale nella quale ciascuno può ritrovare una parte più o meno grande di sé. Forse la migliore.
19/03/2011